COSENZA – Durante l’ultimo campionato non si è certo distinto per brillantezza ed onestà, nonostante tutto ci sono fedelissimi che continuano ad osannarlo.
L’avvocato Ernesto Corigliano, dirigente dell’Associazione sportiva Cosenza dagli anni Quaranta agli anni Sessanta, dirigente federale ma soprattutto grandissimo tifoso rossoblu, ha scritto una lettera aperta ai tifosi del Cosenza invitandoli a riflettere.
“In vista della riunione indetta per oggi, essendo probabilmente il decano dei tifosi per avere visto la prima gara nell’ottobre 1931 (Cosenza-Molfetta 7-2), mi sia consentito di fare qualche osservazione. Dico agli altri tifosi che, fino a quando c’è, e non vi sono altri aspiranti, quello in carica è il migliore presidente del sodalizio. Come tale, dev’essere incoraggiato ed elogiato, non criticato. Non conosco personalmente il signor Guarascio, ma so che non è cosentino né che, almeno finora, sia stato appassionato allo sport calcistico. Che cosa si pretende da lui? Ha già fatto non pochi sacrifici e bisogna incoraggiarlo perché altri ne compia. E’ il caso di stargli vicino, di fargli ascoltare i cori di incoraggiamento che non sono mancati nello stadio di contrada San Vito nelle gare dei play off. Nessuno può sostituirsi a lui nella scelta dei suoi collaboratori. Se ha scelto l’avvocato Quaglio come amministratore delegato, non spetta a nessuno contrastarlo. Ho letto che, a Reggio Calabria, quei tifosi hanno già sottoscritto tremila abbonamenti, eppure la Reggina è ancora in alto mare. A Catanzaro fremono in migliaia mentre seguono con simpatia le iniziative del presidente Cosentino, che finora ha sbagliato non poco. Per quanto riguarda poi i tre big, assolutamente irrinunciabili (Mosciaro, Pietro Arcidiacono e Guadalupi), non è il caso di esplorare ogni giorno da quali altre società sono ambiti. Essi devono restare a Cosenza perché il popolo rossoblu ne ha fatto i propri beniamini e li vuole il Cosenza. Ogni accordo dovrà essere trovato e sarà trovato. Arcidiacono, poi, ha l’obbligo morale di rimanere: Infatti, se non avesse compiuto la leggerezza che gli è costata otto mesi (troppi!) di squalifica, il Cosenza sarebbe già nei campionati professionistici, al posto del Messina. Allora, basta con i mugugni, i sospetti, le insinuazioni, le critiche facili e distruttive. Tutte le volte che l’ambiente si è mostrato compatto, in tutte le sue componenti, il Cosenza ha superato le difficoltà e ha vinto. Lasciate che ve lo dica uno che ne ha viste tante, ma proprio tante!”.
