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Autocombustione a Rende, terreni ex Legnochimica in fiamme (FOTO E VIDEO)

legnochimica autocombustione 22

I Vigili del Fuoco, a causa della carenza di mezzi, sono intervenuti dopo due ore.

 

RENDE (CS) – Ancora una volta contrada Lecco protagonista di uno scenario apocalittico. Un vasto incendio è divampato su parte dei terreni posti sotto sequestro negli scorsi mesi. La fitta coltre di fumo ha avvolto l’area industriale di Rende terrorizzando i residenti che conoscono bene l’odore e la pericolosità del benzene. Da settimane infatti temevano di assistere inermi all’autocombustione del terreno e a gran voce hanno chiesto ripetutamente alle autorità di intervenire per la messa in sicurezza dell’area. Istanza a cui non è stata data alcuna udienza, lasciando che la calura d’inizio estate facesse ribollire il terriccio intriso di tannino. Le fiamme, per ora, non hanno raggiunto le vasche dove Legnochimica sversava gli scarti di lavorazione. I vigili del fuoco sono ora al lavoro per evitare che l’incendio si propaghi ulteriormente. Il vento e il ritardo nell’intervento (alle 19.00 dopo l’allerta lanciato alle 17.00), dovuto alla carenza di mezzi, hanno contribuito all’estendersi del perimetro della zona interessata dal fenomeno.

 

Difficile prevedere le tempistiche per portare a termine il lavoro. Si ricorda infatti che in passato durante uno dei tanti incendi per autocombustione, avvenuto nella stessa zona, nonostante un forte acquazzone durato più di un’ora i terreni continuarono a bruciare senza sosta. Ad oggi, come noto, sono quattro le persone iscritte nel registro degli indagati per la mancata bonifica del sito. Si tratta del sindaco di Rende Marcello Manna, del liquidatore Pasquale Bilotta e di due soci della Legnochimica Spa. L’esposizione al benzene, come documentato dalla letteratura scientifica, con alta concentrazione nell’aria in 5-10 minuti (10000-20000 ppm) può portare alla morte, livelli più bassi (700-3000 ppm) possono provocare capogiri, sonnolenza, aumento del battito cardiaco, tremori, confusione e perdita di coscienza, esposizioni prolungate nel tempo invece altererebbero memoria e funzioni cerebrali.

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