L’Oipa chiede una pena esemplare per i 4 balordi che hanno torturato e ucciso un cane, nei giorni scorsi a Sangineto, e chiede che anche il sindaco prenda una posizione. Il primo cittadino risponde: “troppo rumore sulla mia comunità, la giustizia farà il suo corso contro i ragazzi”.
SANGINETO (CS) – L’Oipa, così come altre tantissime associazione che difendono i diritti degli animali, è intervenuta in merito alle dichiarazioni del primo cittadino di Sangineto, l’avvocato Michele Guardia che ha commentato la ‘disumana’ e sadica uccisione di un povero cane randagio, ribattezzato ‘Angelo‘ semplicemente dichiarando: “incredulità per quanto accaduto” e sottolineando la necessità di “ravvedimento e recupero di questi giovani”, piuttosto che sul “prendere una posizione forte a nome del Comune per accertarsi che la pena che verrà comminata, sia la massima prevista per il reato di uccisione di animale”.
Intanto l’associazione Oipa, oltre a procedere con una pre-costituzione di parte civile in attesa dell’inizio del procedimento penale a seguito della denuncia sporta dai carabinieri di Sangineto, ha predisposto un formale lettera di richiesta al Comune di Sangineto affinchè si costituisca anch’esso parte civile e prenda in seria considerazione il legame, già ampiamente provato da diversi studi scientifici, tra violenza nei confronti degli animali e violenza verso le persone.
In merito ai microfoni di Rlb Radioattiva è intervenuto Mario Morelli, coordinatore delle Guardie Zoofile OIPA di Cosenza e provincia.
ASCOLTA L’INTERVISTA – Mario Morelli, Oipa Cosenza
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Secondo l’Organizzazione Italiana per la Protezione degli animali di Cosenza infatti, il caso in questione presenta “una serie di aggravanti che non permettono di liquidare il tutto sperando nel ravvedimento dei colpevoli. L’uccisione è avvenuta con particolare crudeltà e sadismo, verso un essere vivente indifeso e ad opera di ragazzi giovani che hanno mostrato estremo orgoglio del loro atto tanto da pubblicarlo online, a dimostrazione che non vi era nessun pentimento ne’ percezione del male causato ne al cane ne alla comunità intera. L’Oipa e molte altre associazioni di protezione animali nazionali e locali hanno dato il via ad un massiccio movimento di protesta che prevederà, oltre a diverse iniziative online, una giornata di manifestazione locale che darà voce allo sdegno a al dolore di tutti coloro che non solo hanno a cuore i diritti degli animali, ma che chiedono una pena esemplare per la tortura e morte di Angelo, cosi’ ribattezzato, e lo sfregio subito dalla sensibilità pubblica”.
Sindaco di Sangineto: “Una gogna mediatica alla mia comunità”
Dal canto suo, il primo cittadino del centro tirrenico risponde sottolineando di avere fermamente condannato il gesto dei ragazzi, che – ha spiegato “conosco, così come conosco le loro famiglie“. Io così come la mia comunità siamo contro ogni forma di violenza, E’ stato un episodio che ha lasciato attonita un’intera comunità. Sangineto è un piccolo paese e ci conosciamo tutti. Si tratta di un episodio isolato e che va condannato, però siccome l’Italia è uno stato di Diritto e l’eventuale pena, in generale, mira al recupero delle persone. Io ho solo sottolineato questo. C’è una sorta di accanimento ma sottolineo che i ragazzi hanno capito l’errore che hanno fatto, ma il sindaco cosa può fare?”.
“Vorrei sottolineare che il processo ancora non si è fatto e c’è qualcuno che mi manda mail tutti i giorni e scrive sulla mia pagina Facebook messaggi anche molto forti; persone che potrei anche querelare. Molte persone ce l’hanno con me come sindaco. Ma c’è una giustizia e delle autorità preposte a dare corso a quanto accaduto. Non ho mica detto che non mi costituirò parte civile…”.
“I ragazzi hanno riconosciuto l’errore, è stato un episodio bruttissimo e sono pentiti”, dice Guardia, ma il pentimento però non l’hanno dimostrato da nessuna parte. Resta il fatto che questi ragazzi hanno dimostrato di essere persone socialmente pericolose. Non condivido la gogna mediatica del mio paese”.
ASCOLTA L’INTERVISTA – Sindaco di Sangineto, Michele Guardia
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Le associazioni ambientaliste sul piede di guerra contro i 4 ragazzi
Una mobilitazione a Sangineto, una petizione online affinchè i ragazzi paghino per quanto hanno fatto e tantissime associazione che chiedono una condanna esemplare. Tra queste anche la L.I.V. Toscana, che con una nota, si unisce alle Associazioni e ai singoli cittadini che chiedono che i 4 ‘balordi’ vengano severamente puniti e condannati per il reato di maltrattamento animale (con conseguente uccisione).
Non dimentichiamo infatti che questi quattro soggetti hanno addirittura filmato questa barbara uccisione con un telefonino e pubblicato il video sui social network. E non ci sembra di aver visto alcun pentimento da parte loro, ma solo (giustamente) paura per quanto gli accadrà. Forse pensavano fosse una bella cosa, di cui vantarsi, la loro crudeltà che è un forte indice di pericolosità sociale.
Le persone che commettono un singolo atto di violenza sugli animali sono più portate a commettere altri reati rispetto a coloro che non hanno abusato di animali. Come segnale di un potenziale comportamento antisociale – che include ma non limitato alla violenza – atti isolati di crudeltà nei confronti degli animali non devono essere ignorati dai giudici, psichiatri, assistenti sociali, veterinari, poliziotti e tutti coloro che incappano in abusi sugli animali durante il proprio lavoro. Oggi il cane, domani il bambino, l’anziano, il barbone, il disabile o la donna… il passo è davvero breve.
“E’ fondamentale – scrive la L.I.V. Toscana – non insabbiare o minimizzare se una persona usa violenza sugli animali, riuscire quindi ad interpretare nel giusto modo il maltrattamento che è sempre considerato sintomo, se condotto da un minore, di una situazione potenziale esistenziale patogena, poiché non si sta comportando in maniera normale, quindi deve essere interpretato come qualcosa che il minore sta subendo, come abusi o violenze, oppure indicatore di pericolosità ossia di futuri comportamenti devianti e criminali che possono essere agiti in età adulta”. “Non si può rispettare gli animali se non ci si mobilita per difenderli, non basta solo non compiere atti di crudeltà nei loro confronti, ma il rispetto passa anche attraverso la prevenzione e partecipazione di cittadini attivi.
Quando l’essere umano saprà valorizzare, amare e rispettare gli animali, solo allora sarà in grado di valorizzare, amare e rispettare anche il suo simile”. L.I.V. Toscana si costituirà parte civile a un eventuale processo e chiederà alle Istituzioni di stabilire una condanna equiparata alla gravità delle azioni commesse, applicando dettami del Codice Penale.
