REGGIO CALABRIA – Adolfo Cartisano, detto Lollo’, fotografo di Bovalino, fu rapito dalla ‘ndrangheta il 22 luglio del 1993, e da allora non ha piu’ fatto ritorno.
Amava recarsi nell’Aspromonte per ritrarre quei magnifici posti nei suoi scatti e, proprio all’ombra del monolite che piu’ lo affascinava, e’ rimasto sepolto. Per tanto tempo i suoi cari hanno sperato di rivederlo ma soltanto dopo dieci lunghi anni e’ emersa la verita’ grazie ad una lettera inviata alla famiglia Cartisano da uno dei carcerieri di Lollo’, pentito e in cerca di perdono. Nella lettera era scritto il luogo dove era stato seppellito il povero fotografo: ai piedi di Pietra Cappa, il mistico monolite in Aspromonte. E cosi’ una squadra di poliziotti, di compaesani, di amici hanno riportato alla luce l’ultimo sequestrato della Locride per poi abbandonarsi alle lacrime. Da allora, ogni anno il 22 luglio una processione laica raggiunge localita’ Pietra Cappa, insieme ai Cartisano, ai familiari delle vittime, ai ragazzi dei campi di Libera, alle associazioni anti-‘ndrangheta. Con loro c’e’ sempre anche Donato, un poliziotto di poche parole che da quel giorno di dieci anni fa conserva con religiosa cura e rispettoso silenzio il piccone che ha restituito a Lollo’, alla moglie Mimma, alla figlia Deborah e ai suoi fratelli un po’ di giustizia.
