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Anche una giornalista afghana tra i morti del naufragio. Domani le prime sepolture

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CROTONE – La giornalista afghana Torpekai Amarkhel, in fuga dal regime dei talebani, è tra le vittime del naufragio di Cutro, nel crotonese. Lo rende noto l’agenzia afghana Pajhwok. Con lei sono morti anche altri 4 membri della sua famiglia. Era un’attivista dei diritti umani per l’Onu, per il quale realizzava servizi fotografici sulla condizione delle donne in Afganistan, Torpekai Amarkhel, la 42enne giornalista afghana morta nel naufragio del barcone a Steccato di Cutro.

Torpekai Amarkhel, giornalista e attivista Onu

Collaborava anche con la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA). Per questo Torpekai Amarkhel non poteva più vivere a Kabul dove regnano il terrore del governo talebano. E proprio per questo aveva intrapreso il viaggio verso l’Europa ed era salita con i suoi familiari sulla barca che è naufragata il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro.

Con Torpekai Amarkel sono deceduti altri tre componenti della famiglia compresi due bambini: la bimba di 7 anni è ancora tra i dispersi. L’altra sorella della giornalista, Mida, giunta a Crotone da Rotterdam, ha dato mandato al pool di legali creato a Crotone per assistere gratuitamente le famiglie delle vittime, di rappresentarla nel procedimento giudiziario che scaturirà dall’indagine in corso alla Procura della Repubblica di Crotone.

Domani le prime sepolture per le vittime del naufragio

Prime sepolture per le vittime del naufragio avvenuto domenica 26 febbraio sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Nel tardo pomeriggio la prima bara, quella di un ragazzo afgano di 24 anni, Nizami Hamid, ha lasciato la camera ardente allestita nel Palamilone. L’inumazione secondo il rituale musulmano, su richiesta dei parenti, avverrà domani nel cimitero di Crotone. Per quanto riguarda le altre salme sono finora una quarantina le richieste di trasferimento. Le istanze, raccolte attraverso operatori del terzo settore e funzionari dei comuni di Crotone e Cutro, sono state presentate alla Prefettura di Crotone.

Gran parte dei trasferimenti richiesti è per l’Afghanistan mentre una minima percentuale verso la Germania dove vivono parenti delle vittime. Il Ministero dell’Interno ha dato la disponibilità a coprire i costi per il trasferimento all’estero ma, soprattutto per le vittime afgane che sono la maggior parte si attende anche l’intervento della Farnesina.

Proseguono le ricerche: identificate 64 vittime su 70

La Prefettura di Crotone, al termine della riunione quotidiana del Centro coordinamento soccorsi ha anche reso noto che sono state identificate 64 vittime su 70 e le nazionalità dei deceduti: 57 sono dell’Afghanistan, 3 Pakistan, 1 Tunisia, 1 Iran, 1 Siria ed 1 Palestina. Tra i deceduti ci sono 16 minori che sono stati tutti identificati grazie al lavoro della polizia scientifica di Crotone. I superstiti risultano in totale 79 di cui, come ha reso noto stamani l’Azienda sanitaria provinciale di Crotone, 8 sono ancora ricoverati ma le condizioni non presentano preoccupazioni. Tra loro ci sono 3 bambini ricoverati presso il reparto di pediatria.

Le ricerche, coordinate dalla Direzione Marittima di Reggio Calabria – secondo quanto riferito al termine della riunione – proseguiranno ad oltranza con mezzi aerei, navali, nucleo di sommozzatori, droni e con il personale di presidio a terra di Guardia Costiera, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile regionale.

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