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Ancora furbetti del Reddito di Cittadinanza. Denunciate 73 persone, danno da mezzo milione di euro

Furbetti del reddito di cittadinanza

CATLANISSETTA – Ancora furbetti del Reddito di cittadinanza scoperti dalla guardia di Finanza. Nonostante sia stato sospeso dal 31 dicembre (dal 1 gennaio 2024 gli aventi diritto potranno fare richiesta di Assegno di inclusione della durata di 18 mesi, rinnovabili) prosegue l’azione della Guardia di Finanza a tutela della spesa pubblica, volta a prevenire e contrastare l’indebita percezione delle risorse erogate dagli Enti Previdenziali a sostegno del reddito.

L’attività investigativa portata avanti dai finanzieri del Gruppo di Gela, in Sicilia, ha consentito di individuare e deferire alla locale Procura della Repubblica 73 soggetti, per i quali vale la presunzione di innocenza, residenti principalmente nei Comuni di Gela e Niscemi, che hanno richiesto e indebitamente percepito il reddito di cittadinanza.

Furbetti del Reddito di Cittadinanza, ancora truffe

I controlli nel tempo svolti, hanno permesso di rilevare diverse irregolarità e falsità attestate nelle richieste rivolte all’INPS. In particolare, tra i soggetti denunciati risultano extracomunitari privi del requisito di permanenza minimo nel territorio dello Stato, pari a 10 anni, cittadini dichiaratisi disoccupati, ma che in realtà lavoravano “in nero”, e soggetti con precedenti penali, anche in materia di criminalità organizzata.

Danno erariale da mezzo milione di euro

Le indagini svolte, che hanno riguardato il monitoraggio di somme erogate per complessivi 874.574,00 euro, si sono concluse con la quantificazione di somme indebitamente percepite per un totale di circa mezzo milione di euro e la relativa segnalazione all’Istituto Previdenziale preposto all’erogazione del sussidio, che ha provveduto al blocco di ulteriori importi indebitamente richiesti per circa 400.000 euro. Gli odierni risultati testimoniano il costante impegno della Guardia di Finanza a presidio della corretta destinazione delle risorse pubbliche, affinché vengano realmente destinate ai soggetti aventi diritto e utilmente impiegate per contrastare la povertà.

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