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Blitz contro la ‘ndrangheta, due carabinieri supportavano i clan nel traffico di droga

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CATANZARO – Traffico di droga, anche cocaina e controllo egemonico delle attività economiche nell’area del Lametino e del Vibonese, specie nel settore boschivo. Sono i dettagli che emergono nella conferenza stampa di questa mattina, indetta Procuratore ff della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla, dopo il blitz “Artemis” condotto all’alba di oggi dai Carabinieri e cha ha portato all’arresto di 59 persone. “Il canale di rifornimento preferito era il Reggino e soprattutto Rosarnese mentre è stata individuata anche piantagione a Mesoraca, grazie ai rapporti con esponenti del Crotonese”.

Traffico di droga, coinvolti anche due carabinieri

Si tratta di “un’associazione di tipo mafioso che riguarda una cosca operativa nell’area lametino e del vibonese riconducibile al clan Cracolici che ha connessioni familiari con la famiglia di Maierato, nipoti dei fratelli Cracolici già attenzionati in ‘Rinascita-Scott’ e ‘Imponimento'”. Il clan Cracolici aveva il controllo della area di Lamezia e Vibo e possedeva “la capacità di relazionarsi con i clan del Reggino e del Crotonese. Il controllo era davvero capillare – ha spiegato ancora Capomolla – con interventi su vicende private e per ottenere vantaggi in procedimenti penali. Abbiamo eseguito diversi arresti in flagranza e la cosca riusciva a ottenere false testimonianze per scagionare i vertici. C’era quasi una devozione di alcuni affiliati, uno di questi si era fatto tatuare sul braccio lo pseudonimo “Palermo” che era un big della cosca Cracolici ucciso in passato. La cosca si è avvalsa anche dell’ausilio di due esponenti di forze dell’ordine colpiti da misura odierna”. I cugini di Cracolici di Maierato, “avevano epicentro a Maida e si erano insediati nell’area rimasta sprovvista dal controllo della cosca Anello colpita da Imponimento”, ha spiegato ancora Capomolla, “a conferma della credibilità di questo clan”.

“Si tratta di un’indagine complessa iniziata a febbraio 2022, partita con gli accertamenti sullo spaccio a Lamezia Terme”. “L’operazione è stata eseguita anche nelle province in Piemonte e Liguria”, ha spiegato il comandante provinciale dei Carabinieri di Catanzaro, Giuseppe Mazzullo. l’associazione mafiosa “smerciava anche fino a 1.500 euro al chilo. Registrata peraltro l’aderenza al gruppo due carabinieri, raggiunti dall’ordinanza. Abbiamo registrato, inoltre, la forza intimidatrice della cosca come confermano le false testimonianze e il sostegno agli affiliati arrestati, oltre alla disponibilità di armi da fuoco con il sequestro di tre pistole”.

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