COSENZA – ‘Massacro mediatico’. Così lo definisce l’avvocato Cristian Cristiano che, su mandato di Francesco Caputo, il genitore della studentessa del Liceo Scorza, riguardo la presunta aggressione al preside del liceo tiene a specificare che si “è costretti a intervenire per stigmatizzare il massacro mediatico, in particolar modo sui social, sviluppatosi senza alcuna forma di accertamento preventivo in un sistema in cui, oramai, la presunzione di innocenza ha ampiamente lasciato il passo al populismo imperante, padre della presunzione di colpevolezza”.
“Tam tam mediatico: si è recato spontaneamente in Questura”
“Interveniamo, innanzitutto, – spiega il legale – a salvaguardia della minore, inevitabilmente coinvolta dal tam tam mediatico sviluppatosi e lo facciamo per cristallizzare come il mio assistito, che non ha alcuna difficoltà a fornire le proprie generalità, nè vuole coprirsi dietro l’anonimato, già nella serata di ieri, si sia recato spontaneamente presso la locale Questura, senza mai rendersi irreperibile, come di contro millantato da alcuni poco informati, per mettere agli atti, sotto forma di dichiarazione spontanea, nei minimi dettagli, quanto realmente accaduto nonché le motivazioni che avevano condotto al, si badi, singolo schiaffo con cui sarebbe stato colpito il predetto preside.
“Nessuna aggressione fisica nella stanza del preside”
A tal proposito, si chiarisce come alcuna aggressione fisica si sia consumata nella stanza del Preside, ove, per logica, anche il disattento lettore è in grado di comprendere che qualsiasi gesto poteva essere compiuto lontano da sguardi indiscreti, stanza, peraltro, priva di telecamere ed in cui si era svolto e concluso li dialogo intercorso tra genitore ed alunno, il cui contenuto è al vaglio degli inquirenti, ai quali il mio assistito ha rappresentato ampia disponibilità a fornire ogni ulteriore e necessario dettaglio, ad integrazione di quanto già narrato ieri nell’immediatezza degli accadimenti.
“la discussione con il genitore era terminata”
“Dovrebbe apparire strano, assai strano ai così tanti attenti lettori – prosegue il legale che, di contro, il vituperato schiaffo, gesto certamente esecrabile, sia stato inferto, guarda caso nel corridoio, quando oramai il sig. Caputo si stava allontanando dopo che, a dire proprio dello stesso preside nell’intervista appena rilasciata e già acquisita agli atti come prova nell’ambito di indagini difensive consentite alla difesa, la discussione con il genitore era terminata, in ragione del contestuale arrivo nella stanza di un operatore amministrativo, circostanza che aveva portato il sig. Caputo ad uscire nel corridoio ove veniva raggiunto dallo stesso Preside, evidentemente per nulla intimorito dalle asserite minacce”.
L’avvocato Cristiano riporta uno stralcio dell’audio integrale in cui il preside così si esprime “è uscito nel corridoio – riferendosi al genitore – …. si è girato e mi ha tirato uno schiaffo”, cristallizzando altro dato e cioè che il genitore, evidentemente diretto verso l’uscita, desse le spalle al preside salvo poi girarsi nuovamente, in seguito a quanto proferito dallo stesso che, nel frattempo gli andava dietro promettendo querele laddove non avesse terminato di minacciarlo, circostanza che, presuppone, ancora una volta, che lo stesso Caputo, pur andato via e pur di spalle, nel tragitto continuasse a minacciare”.
“Certi che si farà luce fino in fondo”
“Siamo sereni per l’interessamento finanche dell’Ill.mo Ministro – conclude Cristiano – e certi che si farà luce fino in fondo in relazione ad ogni sfaccettatura dell’intera querelle rimandando agli eventuali processi ogni ulteriore intervento e confidando nel certo riserbo delle indagini da parte dela sempre attenta Procura della Repubblica”.
