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Covid: recuperato il 65% delle prestazioni sanitarie saltate, in Calabria però solo il 18%

Infermieri covid

ROMA – Quasi due prestazioni sanitarie su tre saltate a causa della pandemia sono state recuperate nel 2022. Lo sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, in un report sul recupero delle prestazioni nel 2022 e sul finanziamento utilizzato dalle Regioni. Questi dati si basano sulle analisi, da parte di Gimbe, dei dati del ministero della Salute contenuti nel Rapporto sul Coordinamento della Finanza Pubblica della Corte dei Conti. “Delle 20,3 milioni di prestazioni arretrate nel 2022 complessivamente – precisa – ne è stato recuperato il 65%, mentre il 35%, pari a 7 milioni, sono ‘saltate’ – precisa Cartabellotta -.

Inoltre nessuna Regione ha raggiunto per tutte le prestazioni le quote di recupero previste dai Piani operativi regionali (Por), varati per recuperare le prestazioni non erogate durante il periodo pandemico”. I risultati evidenziano un’ampia variabilità nei livelli di performance sia tra le varie Regioni, sia all’interno della stessa Regione tra differenti tipologie di prestazioni. “Pur trattandosi di tipologie differenti di prestazioni – spiega Cartabellotta – che richiedono un diverso impegno organizzativo ed economico, questa “classifica” vede sul podio Toscana (99%), Provincia autonoma di Trento (95%) ed Emilia-Romagna (91%) e sul fondo Friuli-Venezia-Giulia (19%) Calabria (18%) e Campania (10%)”. “Il problema delle liste di attesa – dichiara Cartabellotta – affligge da sempre il nostro Servizio sanitario nazionale, ma negli ultimi anni si è aggravato per l’enorme quantità di prestazioni non erogate durante la pandemia Covid-19“.

In particolare, secondo i dati del ministero della Salute, nel 2020 (primo anno della pandemia), rispetto al 2019, in Italia sono stati oltre 1,57 milioni i ricoveri programmati in meno; per gli screening oncologici oltre 4,1 milioni di inviti e oltre 2,53 milioni di prestazioni in meno; infine, oltre 112 milioni le prestazioni ambulatoriali “saltate”, tra visite specialistiche, esami di laboratorio e strumentali. Per fronteggiare il problema sono state stanziate risorse ad hoc per il recupero delle prestazioni: 500 milioni di euro come da Legge di Bilancio 2022. Il report si sofferma sulle tre tipologie di prestazioni sanitarie individuate dal ministero della Salute: ricoveri per interventi chirurgici programmati, inviti e prestazioni per le campagne di screening oncologici e prestazioni ambulatoriali”.

Gimbe: «in Calabria recuperato 18% prestazioni saltate»

In Calabria, per l’anno 2022, la percentuale di recupero delle prestazioni sanitarie totali dell’anno saltate a causa della pandemia è pari al 18%, meno di un terzo della percentuale media nazionale che è del 65%. Lo rileva un report elaborato dalla Fondazione Gimbe, che si occupa anche del finanziamento utilizzato dalle Regioni sulla base dei dati del ministero della Salute contenuti nel Rapporto sul Coordinamento della Finanza Pubblica della Corte dei Conti.

Nello specifico – fa sapere Gimbe – la percentuale di recupero dei ricoveri chirurgici programmati è pari al 27% (dato Italia 66%) mentre quella degli inviti a screening oncologici al 34% (dato Italia 82%). La percentuale di recupero delle prestazioni di screening oncologico è pari al 9% (dato Italia 67%) e la percentuale di recupero delle prestazioni ambulatoriali è pari al 13% (dato Italia 57%). La percentuale del finanziamento rendicontato rispetto a quello assegnato è pari al 28% (dato Italia 69%) così come quella relativa alla committenza alle strutture private accreditate si colloca al 30% (dato Italia 29%).

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