COSENZA – “Adesso che ormai “la frittata è fatta”, non è tempo di recriminare responsabilità che, casomai, troveranno il loro momento giusto più avanti. Abbiamo invece il dovere di proteggere e garantire i legittimi interessi che vengono colpiti. Innanzitutto c’è quello della povera gente e degli studenti che devono viaggiare sui bus di città e dintorni”. Lo dichiarano in una nota i consiglieri comunali Bianca Rende e Francesco Luberto Gruppo consiliare “Bianca Rende Sindaca” dopo il fallimento decretato dal Tribunale di Amaco, azienda di trasporto pubblico locale di Cosenza.
“Per fare ciò, c’è il dovere assoluto di assicurare la continuità di lavoro al personale che svolge una mansione “usurante”. Quindi ci sono i legittimi interessi dei creditori che hanno subito le insolvenze ma su queste ci permettiamo di non annoverare l’urgenza di Inail o Inps, ecc. Ora la palla passa alla Regione perchè è competente pressochè assoluta in materia. Solo la Regione può accorpare le linee in concessione nell’area urbana e cioè verificare qualche ipotesi di superamento della crisi attraverso un confronto efficace ma immediato su possibili vie di uscita, come ci permettiamo, a titolo semplificativo di indicare:
a) richiedere al Commissario liquidatore di autorizzare, previo rimborso, l’ultilizzo, attraverso Cometra, dei mezzi e del personale Amaco per non interrompere la continuità dell’indispensabile in un Servizio che sia dell’intera area urbana; b) porre le condizioni necessarie per la gara di affidamento delle nuove linee in conformità alla legislazione europea e al piano regionale dei trasporti, da decenni al palo proprio sulle nuove tratte; c) favorire l’apertura di un dibattito ampio e pienamente inclusivo, volto ad esplorare tutte le soluzioni aziendali possibili, dalla costituzione di una società mista pubblico-privata alla nascita alternativa di una Newco bonificata dai debiti, che riparta dal personale esistente per trovarsi pronti e competitivi rispetto alle nuove gare.
Si deve, infatti, comprendere – precisano Rende e Luberto – che il gravissimo deficit Amaco è dovuto alle gestioni succedutesi negli anni, ma ancor più alla inferiorità redditizia della sua concessione limitata alla città e non già all’intera area urbana dove invece la velocizzazione e i consumi di carburante sono di costi ed efficienza meno pesanti. La Regione deve e può superare il limite del Campagnano che, per esempio, impedì al Sindaco Mancini di portare l’Amaco all’Unical, naturalmente assicurando agli altri legittimi concessionari e personale dipendente linee compensative.
Sarebbe comunque una vergogna se “l’Atene della Calabria” che aspira ad essere “Capitale della Cultura” restasse priva di un servizio imprescindibile. Siamo pronti a dare il nostro contributo, ma si apra subito un confronto con le tutti gli operatori interessati e con le organizzazioni sindacali, che più volte hanno manifestato preoccupazione.
I responsabili non possono essere visti, oggi, come salvatori della Patria e chi con superficialità ha finora minimizzato il danno riconosca le proprie omissioni e la mancanza dei dovuti controlli da noi sempre denunciate, sulla stampa e in Consiglio, e mai sufficientemente considerate, pur in presenza di scelte manageriali palesemente dicutibili”.
