REGGIO CALABRIA – Per l’omicidio di Bruno Ielo, ex carabiniere ucciso nella sua tabaccheria a Gallico, nella periferia nord di Reggio Calabria, sono stati due gli ergastoli confermati dalla Corte d’Assise d’appello. L’uomo era stato ucciso il 25 maggio 2017 perché, secondo l’accusa, non si era voluto piegare al diktat imposto dalla cosca locale di chiudere la tabaccheria che aveva aperto dopo essere andata in pensione.
Dalle indagini sull’ex carabiniere ucciso è emerso che, nonostante le minacce subite, l’ex carabiniere non aveva mai abbassato la testa. Per gli inquirenti Ielo era “un semplice e onesto tabaccaio” che da solo aveva messo in discussione il ruolo e il prestigio della cosca Tegano.
Condannato al carcere a vita è stato Franco Polimeni, cognato del boss Pasquale Tegano e sospettato di essere uno dei vertici della cosca Tegano di Archi, anche se a suo carico non sono mai state disposte condanne definitive per associazione mafiosa. Secondo l’accusa Polimeni sarebbe stato il mandante del delitto perché Ielo con la sua tabaccheria avrebbe fatto concorrenza alla sua attività, poche centinaia di metri da quella di Ielo.
L’altro ergastolo è stato confermato per Francesco Mario Dattilo, ritenuto, invece, il killer che sparò due colpi di pistola uccidendo Ielo nel quartiere di Catona mentre rientrava a casa.
Ex carabiniere ucciso, le altre condanne
La Corte d’Assise d’Appello, inoltre, in merito all’ex carabiniere ucciso ha ridotto la pena da 30 anni a 22 anni di carcere a Cosimo Scaramozzino, e da 15 anni a 9 anni e 8 mesi a Giuseppe Antonio Giaramita. Condannato per il tentato omicidio e per una rapina ai danni dello stesso tabaccaio, Giaramita è stato assolto dall’accusa di estorsione per la quale sono stati giudicati colpevoli Polimeni e Dattilo. Entrambi, infatti, secondo i pm avrebbero compiuto “atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Ielo e la figlia a chiudere, o comunque, diminuire il volume di affari della rivendita”.
Per questo reato, al termine del processo di secondo grado, è stato assolto pure Scaramozzino, ritenuto l’uomo di fiducia di Polimeni e condannato con lui per l’omicidio Ielo. Nei confronti del solo Scaramozzino, però, non è stata riconosciuta l’aggravante mafiosa.
