COSENZA – Un nuovo colpo contro la ‘ndrangheta. Il blitz di questa mattina “Athena” nella zona di Cassano allo Ionio. Dei 68 indagati 39 sono finiti in carcere, 24 agli arresti domiciliari e 5 con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Tra gli arrestati figura anche il boss rendese Michele Di Puppo.
Operazione portata termine dai i carabinieri del Reparto Operativo Nucleo Investigativo – Comando Provinciale di Cosenza, il personale delle squadre mobili di Cosenza e Catanzaro e del servizio Centrale Operativo di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Il provvedimento, emesso su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, scaturisce dall’ampia attività di indagine coordinata dalla DDA di Catanzaro e svolta, per i diversi profili investigativi, dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, dalle Squadra Mobili di Cosenza e Catanzaro e dal Servizio Centrale Operativo di Roma.
Indagati il presidente del Cassano Calcio e l’ex amministratore delle Terme
Tra gli indagati nell’operazione “Athena” ci sono anche il presidente del Cassano Calcio, l’imprenditore turistico Mario Varca di 63 anni di Cassano e Mimmo Lione, di 55 anni, già amministratore delle Terme Sibarite e assessore comunale a Cassano durante le sindacature di Gianluca Gallo e, per un periodo, dopo le dimissioni dell’allora sindaco Gianluca Gallo per incompatibilità con il ruolo di consigliere regionale, sindaco facente funzioni della città delle Terme. Lione è l’attuale amministratore delle Terme di Galatro.
La rete dei fiancheggiatori della latitanza di Luigi Abbruzzese
Le investigazioni si sono sviluppate attraverso una impegnativa attività di indagine di tipo tradizionale, consistente in attività tecniche, servizi sul territorio, riscontri “sul campo”, tanto con riguardo alle dinamiche connesse al traffico di stupefacenti, e a plurime vicende estorsive, quanto in relazione alla ricostruzione della rete dei fiancheggiatori in ordine alla pregressa latitanza di Luigi Abbruzzese, considerato, sul piano cautelare, esponente di vertice del sodalizio di ‘ndrangheta radicato nell’area della Sibaritide, oltre che da una parallela attività di acquisizione e analisi di dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.
Fiumi di droga e piazze di spaccio
La gravità indiziaria, conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato l’attuale assetto e operatività dell’organizzazione criminale di ‘ndrangheta a Cassano allo Ionio e nel comprensorio della Sibaritide, riconducibile ad esponenti della famiglia Abbrezzese di Lauropoli, oltre che la struttura e il modus operandi di un’associazione a delinquere dedita al traffico, e allo spaccio diffuso, di sostanze stupefacenti di vario genere, con la suddivisione dei ruoli e la gestione delle piazze di spaccio, operante sotto l’egida del medesimo sodalizio di ‘ndrangheta. L’inchiesta ha riguardato, inoltre, plurime attività illecite poste in essere, rispettivamente, dagli indagati per i quali si è ipotizzato un ruolo preminente rispetto all’attuale operatività della consorteria criminale di tipo ‘ndranghetista ai danni degli imprenditori dell’area della sibaritide.
La lunga scia di intimidazioni con atti incendiari
Nell’ordinanza cautelare è stata ritenuta la gravità indiziaria riguardanti numerose ipotesi di condotte estorsive tentate e consumate, anche mediante danneggiamento seguito da incendio ai danni di imprenditori operanti nei settori del turismo, dell’edilizia e dell’agricoltura. Ma anche usura ed estorsione per la riscossione delle somme connesse al credito usuraio, violenza privata, reati in materia di armi, furto aggravato, ricettazione, riciclaggio, favoreggiamento personale e reale, possesso e fabbricazione di documento di identificazione falso, intestazione fittizia di beni in relazione ad attività imprenditoriali legate al mondo del mercato ortofrutticolo, detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo marijuana, eroina e cocaina, reati aggravati dal metodo mafioso e/o dalle finalità di agevolazione mafiosa.
Sequestrati 3 chili di droga
Nel corso dell’attività di riscontro, rispetto alle emergenze connesse al traffico di sostanze stupefacenti, i carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato, di 10 persone ed al rinvenimento e sequestro di complessivi 3 chili circa di sostanza stupefacente del tipo eroina, cocaina e marijuana.
Terreni, immobili, aziende e quote societarie
Contestualmente, i militari della Nucleo Investigativo hanno dato esecuzione al sequestro preventivo disposto del Giudice per le Indagini Preliminari di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, di beni immobili, aziende, quote sociali, beni mobili registrati, rapporti finanziari, riconducibili a plurimi indagati, per un valore stimato di circa 5 milioni di euro. Si tratta di un terreno adibito ad agrumeto, un Bar-Tabacchi, un autoveicolo, 17 rapporti finanziari, 5 complessi aziendali di imprese attive nel settore del commercio di autoveicoli, della produzione, lavorazione e distribuzione di articoli ortofrutticoli con relative quote di partecipazione sociale.
Nello specifico le ampie e articolare indagini patrimoniali condotte dai Militari Nucleo Investigativo Carabinieri di Cosenza, hanno consentito di ipotizzare, a livello cautelare, per i diversi beni, rispettivamente, la sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità – diretta e indiretta – degli indagati e le capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari, oltre che l’intestazione fittizia di beni, con un compendio patrimoniale pertinente ai reati contestati.
