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Gasparri alla Rai Calabria: «Mio impegno su trasmissioni Arbëreshë non è emerso, spiace»

maurizio gasparri
CATANZARO – Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha scritto al direttore del Coordinamento sedi regionali ed estere della Rai, Alessandro Zucca, e per conoscenza all’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, in merito all’avvio delle trasmissioni in lingua Arbëreshë. Lo rende noto l’ufficio stampa dei senatori di Forza Italia. Nel testo, inviato a seguito di una conferenza stampa avvenuta ieri nella sede regionale Rai per la Calabria per le trasmissioni in lingua Arbëreshe rivolte agli italo-albanesi, Gasparri segnala che il suo impegno per gli Arbëreshë “nasce da lontano”.
“In diverse occasioni – si legge nella lettera – sono intervenuto per sostenere le trasmissioni in lingua Arbëreshë nel passato Contratto di Servizio 2018-2023. Desidero evidenziare che ho promosso una manifestazione al Senato il 3 Luglio 2023, alla presenza dell’assessore regionale alle Minoranze della Calabria Gianluca Gallo, e di mons. Donato Oliverio, la cui Eparchia di Lungro ha competenza ecclesiale per tutta l’Italia per i fedeli italo-albanesi, dando pubblicamente delle indicazioni agli organizzatori della manifestazione di presentarmi una proposta per l’approvazione in Commissione di Vigilanza Rai.
A febbraio 2024, il Consiglio dei ministri, presieduto dal vice presidente e ministro degli Esteri Antonio Tajani, diede il via libera al nuovo Contratto di Servizio Rai-Stato 2023-2028, dopo una dura battaglia in Commissione di Vigilanza. Poi venne pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, elevando così la lingua Arbëreshe allo stesso livello delle altre Minoranze Linguistiche Storiche, ma permettendo le trasmissioni di cui oggi festeggiate l’avvio grazie alla importante Legge di Riforma della RAI, la Legge 103/1975 che attivò le Sedi Regionali in Italia”. “Mi dispiace – conclude Gasparri – che tutto questo non sia emerso nella conferenza stampa di oggi, perché dovrebbe valere ancora oggi il detto ‘dare a Cesare quel che è di Cesare’. Almeno la verità dei fatti”.
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