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Giuseppe Stilo, la tragedia sul volo verso la Calabria. Era con la moglie incinta, sposati pochi mesi fa

Stilo

TORINO – Giuseppe Stilo aveva 35 anni, era originario di Filogaso nel vibonese e viaggiava sul volo Ryanair FR 8780R decollato ieri mattina dall’aeroporto di Torino Caselle e diretto a Lamezia Terme insieme alla moglie Federica (originaria di Pizzo Calabro), al quarto mese di gravidanza. Tornavano felici per tornare a far visita ai parenti. La morte del giovane 35enne, stroncato da un infarto, ha lasciato nello sconforto e attonita un’intera comunità. Doveva essere un viaggio di gioia e spensieratezza quello di Giuseppe e Federica, si è invece trasformato in una tragedia.

Il malore di Giuseppe Stilo quando l’aereo sorvolava la Liguria

Giuseppe lavorava alla Ferrero di Alba e si era sposato con Federica a giugno  di questa estate. Si era trasferito in Piemonte per una vita migliore, viveva a Vezza D’Alba e aveva trovato impiego con un contratto a tempo indeterminato. Il giovane si è sentito male poco dopo il decollo. La moglie, qualche fila più indietro non si sarebbe accorta di nulla almeno all’inizio. Subito sono iniziate le operazioni di soccorso con due medici che già in volo hanno utilizzato i defibrillatori di bordo. Ma quando ci si è resi conto che la situazione era grave, dopo circa 36 minuti dal decollo, il comandante ha deciso di invertire la rotta mentre stava sorvolando la Liguria per un rientro d’emergenza all’aeroporto di Caselle.

Ad attendere l’aereo i medici e infermieri dello scalo piemontese ma per Giuseppe non c’è stato niente da fare: è morto in ambulanza prima di raggiungere l’ospedale. La moglie, quando ha capito che si trattava del marito ed ha visto la gravità della situazione si è sentita male ed è stata trasportata da un’ambulanza del 118 all’ospedale di Cirié per accertamenti sulle sue condizioni e su quelle del feto.

La Procura di Torino ha aperto un fascicolo e al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato. I magistrati hanno disposto l’autopsia. L’uomo Intanto, dopo una ridda di voci su ritardi nei soccorsi era rimbalzata velocemente sul web, assieme ad alcune notizie che una delle ambulanze del 118 fosse stata trattenuta a lungo ai varchi di accesso per la mancanza delle «scorta». Ricostruzione che SagatAzienda Zero e 118 hanno smentito ricostruendo l’intera vicenda ed esprimendo le più sentite condoglianze ai famigliari.

La ricostruzione sui soccorsi di Sagat, Azienda Zero e 118

«A bordo del velivolo intanto due medici passeggeri del volo hanno cominciato le manovre di rianimazione cardio polmonare coadiuvati dal personale di bordo, che ha messo a disposizione il defibrillatore semi automatico (DAE) presente in aereo. Prima dell’atterraggio i medici, oltre che eseguire le suddette manovre, hanno erogato ben due scariche con il DAE che, ricordiamo, in maniera automatica identifica quei ritmi di arresto che sono suscettibili di una terapia elettrica per riportare il cuore ad un ritmo elettrico normale. Nel frattempo il personale sanitario in servizio presso il Pronto Soccorso aeroportuale si preparava in pista a prestare soccorsi al Paziente. La Centrale Operativa 118, allertata sulla situazione, provvedeva ad inviare l’ambulanza di base di Borgaro Torinese, seguita dal mezzo con medico ed infermiere con sede a Venaria. All’arrivo dell’aereo il medico in servizio presso l’aeroporto saliva immediatamente a bordo e provvedeva ad erogare la terza scarica con il DAE e a somministrare dell’adrenalina; dopo la terza scarica il DAE non ha dato più indicazioni sull’uso della terapia elettrica.»

«L’ambulanza di Borgaro arrivava al varco indicato e veniva indirizzata verso l’aeromobile; i due volontari, una volta saliti a bordo, hanno aiutato i sanitari che già prestavano soccorso nel continuare le manovre rianimatorie e contestualmente a trasportare il paziente sull’ambulift dove, dopo alcuni minuti giungeva anche l’ambulanza con il medico del 118 che purtroppo, considerata la situazione non ha potuto che constatarne il decesso.»

«Si precisa che la prima ambulanza con i volontari era attesa al varco ed ha impiegato circa 2 minuti per accedere al sedime aeroportuale (nel frattempo il Paziente aveva tre medici con defibrillatore e adrenalina che lo stavano assistendo) mentre la medicalizzata del 118 è entrata immediatamente. Risultano quindi prive di fondamento le notizie che riportano un ritardato soccorso a causa di blocchi al varco dell’aeroporto e si coglie l’occasione per sottolineare come la sinergia tra i medici presenti a bordo, gli assistenti di volo, i sanitari in servizio presso l’aeroporto e il 118 abbiano dato al paziente tutte le possibilità che aveva di uscire da quella drammatica situazione. Solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile avere un DAE a bordo di un aereo di linea».

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