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«Ha reiteratamente colpito il compagno, incline ad azioni violente». La 39enne do Socorro resta in carcere

do Soccorro

PAOLA – Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola, Roberta Carotenuto, ha convalidato l’arresto e disposto che l’italo-brasiliana Silvia Santos Maria do Socorro, 39 anni, accusata di tentato omicidio nei confronti del compagno Francesco Di Santo, 52 anni, deve restare in carcere. Durante l’interrogatorio la donna si era avvalsa della facoltà di non rispondere. È nelle pagine dell’ordinanza del Gip che, allora, viene spiegata la condotta della donna «incline alla violenza» che ha inferto diverse coltellate all’uomo, colpendolo in zone vitali. Solo l’intervento di un finanziere, vicino di casa, ha evitato il peggio, visto che la donna non avrebbe chiamato i soccorsi, anche se Di Santo resta comunque in pericolo di vita all’Annunziata di Cosenza.

“Pericolo di recidiva. Inusitata violenza priva di giustificazioni”

Il gip ha infatti evidenziato come «la volontà omicida si apprezza nella circostanza che l’indagata ha interrotto l’azione non già perché aveva spontaneamente ceduto dal proposito, bensì per l’intervento del finanziere che ha allertato i carabinieri». Per il Gip la donna deve rimanere in carcere anche per la ragione del fatto che sarebbe concreto il pericolo di una recidiva a seguito dell’azione condotta e connotata da «inusitata violenza priva di giustificazione che appare mero pretesto per per lo sfogo impulsivo e violento nonché per la personalità dell’indagata» La donna, si legge ancora nell’ordinanza, denota «uno scarso senso del pericolo e nessuna preoccupazione per le conseguenze delle proprie azioni».

do Socorro ha colpito sotto l’effetto di alcol e stupefacenti

La donna, inoltre, era solita abusare di alcol e usare anche sostanze stupefacenti. «Dagli atti  – si legge sempre nell’ordinanza – emerge che l’arrestata ha agito dopo aver assunto notevoli quantità di sostanze alcoliche e stupefacenti e anche dal precedente innanzi citato, risulta che la stessa è solita abusare di sostanze alcoliche, fatto che induce a ritenere che la violenza della stessa è alimentata anche dalla mancanza di autocontrollo conseguente all’abuso delle predette sostanze»

“Volontà omicida, ha reiteratamente colpito nelle zone vitali”

«L’idoneità in concreto e la volontà omicida, si trae agevolmente dall’analisi delle lesioni rinvenute sul corpo di Di Santo. La sede e l’entità delle lesioni consentono, altresì, di formulare allo stato un positivo giudizio circa la sussistenza del dolo di omicidio. Attestano in maniera inconfutabile che Silvia Santos Maria do Socorro ha reiteratamente colpito il compagno in zone vitali del corpo. Lesioni che hanno provocato la perforazione dell’intestino, tanto che l’uomo è tuttora in pericolo di vita. Risultano altresì una pluralità di ferite sul torace (sede del cuore e dei polmoni) e sul collo, tutte in prossimità di organi vitali. La coltellata penetrante che ha provocato le più gravi conseguenze per la vita di Di santo già da sola è sufficiente a consentire di ritenere sia l’idoneità del mezzo utilizzato sia per la volontà omicida infermo in addome con un coltello di 20 centimetri”.

Infine, nell’ordinanza che dispone la misura cautelare del carcere, il giudice evidenzia anche il passato giudiziario della do Soccorro «sussiste altresì la recidiva contestata atteso che risulta un precedente nel quinquennio per un delitto a matrice violenta, sintomatico di personalità per natura incline ad azioni ingiustificatamente violente. Le circostanze del fatto sono indicative del particolare grado di offensività della condotta e della pericolosità sociale della stessa, la quale, peraltro come già esposto, annovera un precedente per il delitto di resistenza a pubblico ufficiale, sintomatico di personalità incline alla violenze».

 

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