VIBO VALENTIA – Ad inviare la commissione d’accesso agli atti all’Azienda sanitaria provinciale vibonese di per accertare eventuali condizionamenti della criminalità è stata la Prefettura di Vibo a seguito dell’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro, Maestrale-Carthago. Il blitz ha visto coinvolti dirigenti medici e funzionari dell’Asp cui vengono contestate, a vario titolo, diverse accuse tra le quali il concorso esterno in associazione mafiosa e altri reati aggravati dalla mafiosità. Nel corso dell’operazione, condotta dai carabinieri a maggio scorso, sono state sottoposte a fermo 61 persone ritenute affiliate o legate a cosche della zona. Complessivamente le persone indagate sono 167.
Nelle scorse settimane, in Prefettura, si era svolto un incontro su questo argomento con la partecipazione del prefetto Paolo Giovanni Grieco, del procuratore della Repubblica Camillo Falvo, del facente funzioni della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla, dei comandanti provinciali di Carabinieri Luca Toti e Guardia di Finanza Massimo Ghibaudo e del questore Cristiano Tatarelli. Ed è la seconda volta in circa 20 anni che l’Asp di Vibo Valentia finisce in indagini della magistratura.
Il generale Antonio Battistini, commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale ha spiegato che la commissione d’accesso è composta da componenti delle Forze dell’Ordine del capoluogo, ed ha chiesto alla direzione strategica dell’Asp di produrre, entro una quindicina di giorni, gli atti relativi a vicende riconducibili alle indagini che hanno coinvolto la provincia e la stessa Asp a partire dal 2013. “Fatti che – spiega Battistini – si sono verificati parecchi anni fa, molto prima del nostro arrivo”.
“La direzione strategica – precisa ancora il generale – è già al lavoro per mettere a disposizione degli inquirenti gli atti richiesti, nel convincimento che questa verifica ulteriore rafforzerà la azioni già messe in atto per restituire credibilità a tutto il personale che quotidianamente lavora per restituire ai cittadini, un sistema sanitario trasparente e all’altezza dei bisogni assistenziali espressi dal territorio”.
