CATANZARO – “Se da un lato emergono segnali di ripresa sul fronte occupazionale, dall’altro si confermano fragilità strutturali e un allarme demografico che impone interventi urgenti per evitare il collasso della forza lavoro nei prossimi decenni”. È quanto emerge dal report semestrale dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Calabria, pubblicato nel luglio 2025, che offre un quadro ricco di luci e ombre sull’economia regionale.
“I dati ci restituiscono una forte vitalità del tessuto imprenditoriale Calabrese, che si muove, che crea lavoro, che investe nei propri settori produttivi storici e nel turismo, ma dobbiamo guardare oltre il presente” il commento di Salvatore Ascioti, presidente di Confartigianato Imprese Calabria.
Le richieste di Confartigianato Imprese Calabria al Governo
“Abbiamo la miglior crescita occupazionale del Paese, un export artigiano in forte ripresa e una vitalità che ci incoraggia – afferma ancora Ascioti -. Ma questa ripresa rischia di essere solo una parentesi se non affrontiamo con decisione il nodo delle competenze e dell’inverno demografico in arrivo. Servono politiche pubbliche coordinate che tengano insieme lavoro, impresa, formazione e sostenibilità. Confartigianato è pronta a fare la sua parte, ma chiediamo alle istituzioni regionali e nazionali una strategia chiara e soprattutto concreta“.
I dati raccolti, spiega l’associzioane, confermano l’importanza del lavoro autonomo e artigiano come motore di resilienza occupazionale, specialmente in una regione come la Calabria con una struttura produttiva diffusa e radicata nei territori. Nel report si legge, infatti, che la regione “nel primo trimestre 2025 la variazione percentuale più alta d’Italia per crescita degli occupati, con +7,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a 38.000 nuovi occupati. Il tasso di occupazione è salito al 46,6%, con un incremento di 2,7 punti percentuali, superando ampiamente la media del Mezzogiorno”.
Il boom è concentrato soprattutto nel settore turistico, dove si prevede un +15,8% di assunzioni rispetto al 2024. Nonostante la crescita della domanda, rimane però “il problema del mismatch tra offerta e richiesta di competenze: il 44,2% delle posizioni risulta di difficile reperimento, un dato in calo rispetto al 2024 (46,8%), ma ancora molto alto”.
A preoccupare maggiormente però è il dato demografico: tra il 2025 e il 2050 la Calabria perderà oltre il 30% della popolazione in età lavorativa (20-64 anni). “È una delle peggiori performance a livello nazionale. – dice Confartigianato Imprese Calabria – Senza interventi immediati su formazione, attrattività dei territori e politiche per la natalità, il rischio è l’impossibilità di sostenere l’attuale struttura produttiva e il sistema di welfare”.
