ROMA – Libera ha reso noti i numeri di un dossier in occasione dell’anniversario della legge n. 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati. Emerge un aumento dei soggetti nella gestione beni immobili confiscati alla criminalità organizzata: 1065, +7,4% rispetto lo scorso anno. Aumentano anche i Comuni 383 (lo scorso anno erano 359), e Sicilia, Campania, Calabria e Lombardia sono le regioni con il maggior numero di realtà sociali assegnatarie.
Sono 22.548 i beni immobili destinati con incremento del 14% e crescono le aziende destinate +77% rispetto lo scorso anno. Dai dati raccolti da Libera emerge che più della metà delle realtà sociali è costituita da associazioni di diversa tipologia (563) mentre le cooperative sociali sono 232; a queste si aggiungono 5 cooperative di lavoro.
Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 14 associazioni sportive dilettantistiche, 31 enti pubblici (tra cui aziende sanitarie, enti parco e consorzi di Comuni che offrono dei servizi di welfare sussidiario dati in gestione a soggetti del terzo settore), 39 associazioni temporanee di scopo o reti di associazioni, 62 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 33 fondazioni private e di comunità, 18 gruppi dello scautismo e infine 31 istituti scolastici di diverso ordine e grado. Nel censimento non sono compresi i beni immobili riutilizzati direttamente per finalità istituzionali dalle amministrazioni statali e locali.
Nel 56,8% le attività svolte nei beni confiscati riguardano attività di welfare e politiche sociali, nel 25,6% promozione culturale e turismo sostenibile, il 10% in attività legate all’agricoltura e ambiente. La Regione con il maggior numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 285 soggetti gestori, segue la Campania 170, la Calabria con 149, la Lombardia con 151.
“Oggi, dopo 28 anni dall’approvazione della legge 109 – commenta Tatiana Giannone di Libera – con 1065 soggetti della società civile organizzata che gestiscono beni confiscati, possiamo scrivere con convinzione che il primo obiettivo è stato raggiunto: i beni confiscati, da espressione del potere mafioso, si sono trasformati in beni comuni, strumenti al servizio delle nostre comunità. Più di 500 associazioni, oltre 30 scuole usano gli spazi confiscati come strumento didattico e incidono nel tessuto territoriale e costruiscono economia positiva”.
Libera ha elaborato i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 22 febbraio 2024) dove sono 22.548 i beni immobili (particelle catastali) mentre sono in totale 19.871 gli immobili in attesa di essere destinati. Sono invece 3.126 le aziende destinate (+77% rispetto al 2023) mentre sono 1.764 quelle ancora in gestione. In Sicilia sono 7.727 i beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 8656 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Segue la Calabria con 3.137 i beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 1880 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati e Campania con 3106 beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 3416 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Nel Nord Italia spicca la Lombardia con 1590 beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 1552 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati.
Cambia di poco la geografia regionale sul fronte delle aziende. In Sicilia sono 551 le aziende destinate mentre sono 913 quelle ancora in gestione. Segue la Campania con 330 aziende destinate mentre sono 669 quelle ancora in gestione e Lazio con 259 aziende destinate mentre sono 449 quelle ancora in gestione.
