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L’influenza delle cosche sulla Presila, maxi blitz di Gratteri: arrestato il sindaco di Cerva

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CATANZARO – C’è anche il sindaco di Cerva Fabrizio Rizzuti tra le persone poste agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione ‘Karpanthos’, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro. Rizzuti, di 49 anni, è accusato di scambio elettorale politico mafioso assieme ad un assessore, Raffaele Scalzi, di 42 anni, e ad un consigliere comunale, Raffaele Borelli, di 47, anche loro ai domiciliari. Dalle indagini è emerso uno scambio elettorale politico-mafioso e l’influenza del gruppo criminale di Cerva sull’Amministrazione comunale in occasione delle elezioni amministrative del 2017 mediante il procacciamento di voti.

L’influenza del clan su Cerva

“Scambio elettorale politico-mafioso” e “influenza del gruppo criminale sull’ amministrazione comunale di Cerva in occasione delle elezioni del 2017, mediante il procacciamento di voti per alcuni degli indagati, all’epoca candidati ed eletti in quella tornata, poi riconfermati nelle consultazioni del 2022, in cambio della promessa di denaro e di una percentuale sugli appalti pubblici“.

Sono alcuni degli aspetti emersi dall’operazione “Karpanthos”, dal nome attribuito nell’antichità al comune di Petronà, dove agiva la cosca principale, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia che ha portato all’esecuzione di 44 arresti in tutta l’Italia ed alla notifica di 8 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Dalle indagini è emerso che il gruppo criminale sgominato con l’operazione, operante nei territori di Petronà e Cerva e con stabili ramificazioni nelle province di Lecco, Genova e Torino, aveva a disposizione “entrature nella pubblica amministrazione”.

Estorsioni a imprenditori e commercianti

Coinvolto anche un dipendente dell’Agenzia delle entrate che si sarebbero messo a disposizione di un affiliato, manifestando la propria disponibilità a ricevere dei falsi, riguardanti proprietà dello stesso presunto affiliato, per evitare che incorresse in sanzioni o che dovesse pagare l’Imu, ottenendo in cambio la promessa di favori di varia natura. Dalle risultanze investigative è emerso il ruolo della presunta cosca di ‘ndrangheta ‘Carpino’ di Petronà, coinvolta in passato in una faida ed attiva nella presila catanzarese, con ramificazioni in Liguria e Lombardia, nonché dell’alleato gruppo criminale di Cerva, detto dei Cervesi, con estensioni in Piemonte e Lombardia, entrambi ora ricadenti sotto l’influenza del “locale” di Mesoraca.

Le consorterie criminali, secondo quanto é emerso, erano dedite principalmente alle estorsioni ai danni degli imprenditori edili e dei commercianti della zona, attuate mediante incendi e danneggiamenti, alle rapine a mano armata, al riciclaggio e all’intestazione fittizia di beni, al traffico di cocaina e di marijuana, con differenti canali di approvvigionamento, riconducibili comunque a persone di Cutro e Mesoraca.

Scambio elettorale politico-mafioso: la richiesta al boss

Fabrizio Rizzuti, Raffaele Scalzi e Raffaele Borelli si erano candidati alle elezioni comunali del 2017 quali consiglieri comunali, con la lista civica ‘Progetto Futuro’ guidata dal futuro sindaco Fabrizio Rizzuti (rieletto nel giugno del 2022). I tre, grazie all’intermediazione del fratello del primo cittadino, Massimo, dipendente comunale, si sarebbero rivolti a Tommaso Scalzi, già condannato per associazione mafiosa e considerato vicino al boss Franco Coco Trovato, affinché procurasse loro dei voti promettendo in cambio una somma di denaro e una percentuale sugli appalti pubblici aggiudicati dal Comune. Tra le persone raggiunte dalla misura cautelare ci sono altre persone con legami di parentela con Franco Coco Trovato.

“Il comune di Cerva era controllato dalla ‘ndrangheta”

“Il Comune di Cerva era controllato dalla ‘ndrangheta”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa sugli esiti dell’operazione “Karpanthos” che ha portato all’arresto del sindaco e di due amministratori del centro del catanzarese.

“Quella di oggi – ha aggiunto Gratteri – è un’inchiesta importante perché da tantissimo tempo non si toccava quell’area, un’area sconosciuta, di serie B, e perché spesso si è portati a fare una valutazione sulla pericolosità o meno della presenza mafiosa su un territorio a seconda del numero degli arresti. Non è così. Perché se tu non vai su quel territorio, sei portato a pensare anche che su quel territorio non c’è nulla, che sia un’isola felice, come si diceva di Catanzaro nel 2016 quando io sono arrivato. Poi abbiamo visto che la storia ci ha raccontato un’altra cosa”. Sono state le indagini sull’omicidio del macellaio Francesco Rosso, avvenuto a Simeri Mare nel 2015, ha detto ancora il procuratore, l’elemento che ha portato all’operazione.

“Subito dopo quell’omicidio – ha aggiunto Gratteri – c’è stato un dichiarante, Danilo Monti, che era un aspirante collaboratore di giustizia poi dissuaso dal suo proposito le cui dichiarazioni, confutate dalle indagini, hanno fatto imbattere gli investigatori nella cosca che controlla Petronà. Di quella zona della Presila catanzarese – ha detto ancora il Procuratore – è originario Franco Coco Trovato, uno dei mafiosi più importanti nella storia della ‘ndrangheta, soprattutto in Lombardia, in particolare in provincia di Lecco. Stiamo parlando di soggetti che discutevano alla pari con i De Stefano di Reggio Calabria e che avevano rapporti diretti con i più importanti narcotrafficanti sudamericani. Dunque per noi è stata una scoperta sul piano investigativo su questo territorio. Da qui abbiamo visto come controllavano il Comune di Cerva”.

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