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“Mintati a posto cu Cusenza”. Estorsioni e intimidazioni a imprese, concessionarie, pizzerie e parrucchieri

Operazione Recovery1

COSENZA – Dalle carte dell’inchiesta Recovery emerge a Cosenza quello che i PM della DDA definiscono Sistema, dove i gruppi criminali confederati non solo hanno il monopolio dello spaccio di droga, ma i soldi delle attività illecite che finiscono nella “bacinella comune”, arrivano anche dalle estorsioni (anche 15/20mila euro per le grosse imprese e due volte all’anno) con tanto di atti intimidatori (incendi, proiettili, bottiglie molotov) per chi si rifiuta di pagare il pizzo.

E nel mirino finiscono concessionarie di auto, pizzerie, saloni di parrucchiere, un fruttivendolo, aziende “che cantano” (in riferimento alla disponibilità economica), cantieri edili, imprese e costruttori (costretti a pagare una tangente da 1.500 euro per ogni unità abitativa realizzata). “Mintanti a posto cu Cusenzaperché bisognava mettersi in regola con Cosenza. Nell’ordinanza che ha portato ai provvedimenti cautelari firmate dal Gip distrettuale “Arianna Roccia”, vengono elencate tutte le attività estorsive portate avanti a Cosenza nel 2021 e puntualmente riscontrate da intercettazioni telefoniche e immagini video delle telecamere di sorveglianza.

Intimidazioni ed estorsioni anche durante il Covid e la zona rossa

Si paga e in contanti, altrimenti partono le intimidazioni, come avvenuto a febbraio e ad aprile del 2021 ad un negozio di parrucchiere a Rende che subisce una doppia intimidazione. Nella prima agiscono due persone che, dopo aver cosparso di liquido incendiario le due porte del salone, appiccano il rogo che interessa anche parte del locale e dove rimane anche ferito il marito della titolare. La seconda volta, con lo stesso modus operandi, è una sola persona ad agire. Un mese prima la telefonata anonima che intimava a mettersi in regola “mintati a posto cu Cusenza”. In fiamme e con le stesse modalità illecite anche ad un salone di parrucchieri di Casali del Manco a marzo del 2021. Mentre i primi di aprile 5 cartucce di pistola calibro 9X21 vengono fatte ritrovare davanti l’ingresso di un’azienda di costruzioni e movimento terra.

Vengono poi evidenziate una tentata estorsione e intimidazione ai danni di due concessionarie di auto, a Cosenza e Rende, il pizzo da chiedere all’azienda che stava effettuando dei lavori alla rete fognaria del Comune di Casali del Manco o all’impresa che stava realizzando i lavori di riqualificazione degli argini del fiume Crati con l’autorizzazione, in caso di mancato pagamento, ad “arrostire” il cantiere.

Cosa che non si verificò subito perché i due “ragazzi” invitati a dare fuoco alla ditta, furono fermati dagli agenti della Volante, in quanto trovati in zona rossa, stante la presenza del Covid in Calabria e del divieto di uscire. Il giorno dopo il container dell’azienda venne fatto oggetto di atto incendiario, così accertato dalle indagini della squadra mobile di Cosenza. Il 9 aprile altro atto intimidatorio: due furgoni di un’azienda che si occupa di pulizia professionale vengono divorati dalle fiamme a Contrada Lecco di Rende. L’invito a chi deve compiere materialmente l’intimidazione è chiara: “facciamoli stare caldi“.

Ci sono poi un’intimidazione (una bottiglia con liquido incendiario e un accendino) ai danni di un negozio di frutta e verdura e una tentata intimidazione ad una pizzeria in pieno centro a Cosenza “un bel botto o falò vedi tu”. L’intimidazione, però, non venne portata a termine per l’intervento delle forze dell’ordine che fermarono il tentativo arrestando due persone in flagranza di reato, proprio mentre stavano per incendiare la serranda della pizzeria.

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