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Per curarsi si scappa dalla Calabria: è la Regione da cui ci si sposta di più

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CATANZARO  – La Calabria, ancora una volta, veste la maglia nera nel settore sanitario. Secondo rapporto di Agenas sulla mobilità sanitaria relativa al 2022 presentato a Roma, le principali regioni attrattive sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, mentre quelle dalle quali ci si sposta di più sono Campania, Calabria e Sicilia.

La nostra Regione, a causa della pesante emigrazione sanitaria, è indebitata fino al collo con ospedali e cliniche private: il totale ammonta a 252 milioni di euro quale saldo della mobilità interregionale e quasi due milioni (1. 918. 876) di mobilità internazionale.

Secondo il report Agenas, tra i principali ‘creditori’ vi sono le strutture private accreditate del Lazio e della Lombardia. I pagamenti, al momento, rimarranno sospesi per effetto di un decreto legge che ha sospeso i pagamenti per il 2022 il pagamentod della mobilità sanitaria. Ma, a partire dal 2026, bisognerà sborsare le cifre non versate.

Bevacqua:”sulla sanità sanità solo bei proclami”

“Le luci della ribalta. E del palcoscenico. Spente le luci però, non rimane molto, o forse niente. I medici cubani che scattano foto, il numero unico di pronto soccorso, oltre 100 ambulanze nuove, nastri tagliati e annunciati e al saldo della sanità di Calabria di fine anno che resta? Una migrazione sanitaria passiva, cioè di calabresi che fanno le valigie per curarsi, di 254 milioni di euro. Questo il saldo effettivo, questa la cruda realtà”. Così, in una nota, il capogruppo Pd in consiglio regionale Mimmo Bevacqua.

“Il commissario Occhiuto – continua – sul piano mediatico e solo formale continua la sua narrazione, ma la realtà è molto diversa. Il conto Agenas è impietoso, non c’è niente dentro e c’è davvero poco di peggio per una Regione che dover spendere 254 milioni di euro per far curare i propri cittadini fuori per evidenti limiti delle proprio strutture. Per di più il tutto avviene dopo avere fatto chiedere da Lotito alle Camere, ottenendola, una proroga del Decreto Calabria che significa pieni poteri ad Occhiuto e almeno un altro anno ancora di commissariamento. Una richiesta inevitabile perché niente è stato fatto per tornare alla gestione ordinaria, a partire dalla ricognizione del debito e dall’innalzamento dei Lea, i livelli minimi di assistenza”.

“Ma siccome al peggio non c’è mai fine – afferma l’esponente dem – il governo si appresta a varare la legge Calderoli. La proposta leghista di autonomia differenziata che di fatto toglierà altre risorse ancora alla Calabria soprattutto in sanità. Il perché è chiaro e limpido e semplice fin dall’inizio dal momento che l’autonomia differenziata si basa essenzialmente sul Pil delle singole regioni per finanziare i servizi fondamentali, senza possibilità di perequazione efficace. Uno schema che sarà sfuggito al commissario Occhiuto il quale, in Conferenza delle Regioni, ha votato favorevolmente alla legge Calderoli, salvo scoprire post-mortem che è una fregatura per la Calabria, così come ammesso nel Defr approvato in Consiglio”. “La nostra drammatica sensazione – conclude Bevacqua – è che questo governo nazionale, in accordo con i presidenti di Regione come Occhiuto, stia perseguendo la fine della sanità pubblica a vantaggio di quella privata. Il che significherebbe una catastrofe per la maggior parte dei cittadini che non potranno permettersi le cure. Il Pd, ad ogni, livello si batterà per bloccare questo sconsiderato progetto”.

Mobilità sanitaria, Tavernise: “pesante saldo negativo per la Calabria”

“Registriamo nuovamente un saldo negativo nel rapporto Agenas sulla mobilità sanitaria, presentato l’altro ieri a Roma, che fa il punto sul caso Calabria. La nostra regione continua a non essere attrattiva per quanto riguarda la soddisfazione dei bisogni sanitari e non si riesce a bloccare in nessun modo la fuga dei cittadini verso il nord e il centro. In verità è una migrazione che dimostra un andamento costante nel tempo, tanto che il fenomeno lo si può considerare ormai strutturale”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale del M5S Davide Tavernise.

Il totale dell’acconto nei flussi standard del riparto 2023 (dati 2022) è pari a meno 273 milioni di euro. Soldi che la Regione Calabria spende nei sistemi sanitari di altre regioni italiane, soprattutto in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, ma anche in Campania e in Puglia.

A fronte di queste cifre importanti, di questa passività allarmante, quali sono le strategie messe in campo dal commissario ad acta della Sanità, nonché presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto? A ben vedere nessuna. Basta scorgere i dati del corposo dossier Agenas per rendersi conto che la nostra è una delle poche Regioni d’Italia che non riesce ad invertire il trend negativo, al contrario della Campania e della Sicilia che iniziano a mostrare segnali positivi.

Eppure, come dicevamo, l’andamento dell’emigrazione sanitaria calabrese è ormai strutturale, quindi è nota l’entità e la direzione dei flussi di mobilità. Da questa conoscenza è possibile e necessario strutturare una strategia per rispondere alle esigenze della domanda espressa dai pazienti, e indirizzare in questo modo la regolamentazione e la pianificazione del sistema regionale e aziendale, soprattutto in riferimento agli equilibri economico-finanziari della Regione. Le premesse per agire ci sono tutte, ma evidentemente manca la volontà e la capacità politica di una classe di amministratori che a parte i proclami non riesce ad esprimere nulla di concreto nella realtà.

Esempio pratico di ciò che affermo è la mancata apertura degli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare, che continua a provocare una fuga di prossimità dei nostri corregionali a Policoro e a Lagonegro, andando ad’incidere sulle casse del nostro sistema sanitario regionale per quasi 100 milioni di euro all’anno.

Le soluzioni per rimediare e invertire la rotta ci sono tutte, manca evidentemente lungimiranza e una buona gestione della sanità”.

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