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Quattordici anni senza Natuzza, attesa un’ondata di fedeli per l’anniversario della morte

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MILETO (VV) – Il prossimo 1 novembre, festa di tutti i Santi, saranno trascorsi quattordici anni dalla scomparsa di Natuzza Evolo, la mistica di Paravati di Mileto, di cui è ancora in corso il processo di beatificazione. Per l’occasione sono molteplici le prenotazioni che stanno giungendo in questi giorni nelle strutture alberghiere della zona con centinaia di fedeli che accorerranno per pregare davanti la tomba di mamma Natuzza, lì dove è nata e ha prestato il proprio servizio come serva di Dio. Le celebrazioni si svolgeranno l’1 novembre nel Santuario mariano della Villa della Gioia in programma alle 11 e alle 18. Grande attesa anche per l’arrivo della statua del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime con una serie di eventi in programma fino al 12 novembre.

La beatificazione di Natuzza Evolo

La causa di beatificazione – in corso dal 2019 – di Natuzza Evolo è seguita dal nuovo postulatore Paolo Vilotta, che sostituisce don Enzo Gabrieli che fino a qualche tempo fa ricopriva l’incarico.

Nelle cause di canonizzazione, che spesso sono lunghe e tortuose, il postulatore si occupa di raccogliere testimonianze e documenti utili a dimostrare tutto ciò che concorre a fare del prescelto un ‘beato’ o ‘santo’.

Natuzza è stata dichiarata “serva di Dio” il 6 aprile 2019. A quel punto si è insediato il tribunale diocesano ed è stato avviato il primo step di verifica affinché Natuzza possa diventare venerabile. A quel punto un secondo tribunale, che però non sarà più solo diocesano, dovrà esaminare l’esistenza di eventuali miracoli dovuti alla sua intercessione.

Quando verrà verificato il primo miracolo post mortem, Natuzza potrà accedere al rango di beata, solo previo assenso del Papa. Un secondo miracolo accertato, invece, porterà alla proclamazione di Santa. E questa proclamazione avviene solo ed esclusivamente per decreto papale. Sia per la beatificazione che per la santificazione i miracoli devono essere avvenuti dopo la morte del servo o della serva di Dio.

 

 

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