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Sanità, patto anti-fuga dalla Calabria all’Emilia: cosa prevedono le nuove norme

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COSENZA – La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato il nuovo accordo bilaterale con la Regione Calabria per la gestione della mobilità sanitaria e delle relative risorse finanziarie. L’intesa sarà valida dal 1° novembre 2025 al 31 dicembre 2027, con possibilità di aggiornamento annuale da parte di entrambe le Regioni.

Obiettivo: ridurre il flusso dei pazienti dalla Calabria all’Emilia-Romagna

Il nuovo accordo punta a governare e ridurre la migrazione sanitaria, in particolare quella dei pazienti calabresi che ogni anno si rivolgono alle strutture dell’Emilia-Romagna per esami, diagnosi e ricoveri.

Le due Regioni si impegnano a introdurre meccanismi di regolazione più efficaci:

Prestazioni ospedaliere: tetti e limiti economici

L’accordo non prevede alcun tetto per le prestazioni di alta complessità, che restano completamente garantite.
Per le altre tipologie di ricovero, invece, sono stati introdotti limiti di spesa annuali per entrambe le Regioni:

Tetti per la Calabria

Tetti per l’Emilia-Romagna

Un accordo che punta a potenziare i servizi sanitari regionali

L’intesa rappresenta un passo importante per:

Le Regioni potranno rivedere e aggiornare i contenuti dell’accordo ogni anno, in base ai risultati ottenuti e alle necessità dei sistemi sanitari locali.

La Calabria e il peso economico dell’emigrazione sanitaria

Un elemento centrale che rende ancora più urgente il nuovo accordo tra Emilia-Romagna e Calabria è il costo altissimo dell’emigrazione sanitaria. Ogni anno, infatti, la Calabria registra un saldo negativo di oltre 300 milioni di euro per i pazienti che si spostano fuori regione alla ricerca di cure e prestazioni non disponibili o difficilmente accessibili sul territorio. Una spesa che grava pesantemente sul bilancio regionale e che fotografa un sistema sanitario ancora fragile, costretto a finanziare le strutture di altre regioni invece di trattenere e curare i propri cittadini. Ridurre questo esodo è quindi fondamentale non solo per migliorare i servizi sanitari locali, ma anche per recuperare risorse economiche da reinvestire nella sanità calabrese.

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