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‘The Good Mothers’, la pentita Pesce diffida la serie tv sulle donne di ‘ndrangheta

the good mothers giuseppina pesce

COSENZA – È polemica per la serie tv ‘The Good Mothers’, prodotta da Juliette Howell, Tessa Ross e Harriett Spencer per House Productions e da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, e finanziata da Calabria Film Commission. La serie tv narra racconta la storia di tre collaboratrici di giustizia, prime pentite di ‘ndrangheta. La contestazione arriva proprio da una delle tre pentite, Giuseppina Pesce, che lamenta di non aver concesso alcuna liberatoria a Disney+, e si oppone alla narrazione che si fa della sua storia diffidando le case di produzione e l’emittente dalla messa in onda.

“The Good Mothers” è stata girata per 6 settimane in Calabria, anche con attori e professionisti calabresi. In particolare, le riprese sono state effettuate tra Reggio Calabria, Palmi e Fiumara.

Le parole di Giuseppina Pesce

Michela Scafetta, avvocato che assiste Giuseppina Pesce, ha reso noto che The Good Mothers è prodotta e distribuita senza alcun tipo di autorizzazione. Ecco quanto comunicato:

“Dal 5 aprile 2023 è uscita la serie TV ‘The Good Mothers’ trasmessa sul canale Disney+, la quale narra della storia di Giuseppina Pesce e dei suoi 3 figli, una dei quali minorenne. La storia di una donna che ha collaborato con la giustizia, in relazione alle note vicende della N’drangheta calabrese. La serie TV è stata mandata in onda senza alcuna previa richiesta ed acquisizione di consenso da parte della signora Pesce. A ciò si aggiunga che la signora Pesce si dissocia dalla narrazione della vicenda, in particolar modo per quel che attiene al contenuto dei primi 3 episodi, ove viene riprodotto un personaggio che nulla ha a che vedere con la storia reale della protagonista e con il suo vissuto all’interno della sua famiglia di origine. Peraltro, il padre della signora Pesce viene descritto come un orco e ciò non corrisponde al vero, essendo lo stesso stato sempre amorevole con la figlia e figura di riferimento per la stessa. Atteso il contenuto della serie, la mia assistita ha già diffidato le case di produzione e l’emittente dalla messa in onda della serie TV ed in ogni caso si riserva di agire nelle opportune sedi per il ristoro dei diritti ingiustamente violati”.

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