Ionio
Corigliano Rossano, Stasi scrive al ministro Urso sull’abbandono del sito Enel: «Urge l’intervento del Governo»
Il sindaco chiede di attivare un tavolo istituzionale presso il Ministero del Made in Italy, coinvolgendo l’azienda, il Comune di Corigliano-Rossano e la Regione Calabria, al fine di aprire “un confronto concreto sul futuro del sito”
CORIGLIANO ROSSANO (CS) – La vertenza legata al futuro del sito Enel di Contrada Cutura a Corigliano-Rossano torna al centro del dibattito nazionale. A seguito della recente mobilitazione dei lavoratori dell’indotto, il sindaco Flavio Stasi ha indirizzato una missiva al Ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, per manifestare la profonda preoccupazione del territorio e chiedere un intervento immediato del Governo per sbloccare lo stallo che perdura da anni.
Il sito, un’area di circa 700mila metri quadrati sul mare e ormai nel cuore della città unica, dice Stasi nella sua lettera il sito è “importante per lo sviluppo della città e di quest’area: la vecchia centrale è ormai da tempo dismessa ed in fase di messa in sicurezza e smantellamento”. Il Sindaco Stasi denuncia un grave stato di abbandono, sottolineando l’importanza strategica dell’area per lo sviluppo locale. di un sito
Sito Enel: dal progetto idrogeno al blocco totale
Nella lettera, il primo cittadino ripercorre le tappe salienti degli ultimi anni. Dopo i tentativi fallimentari del percorso “Futur-E”, si era finalmente raggiunta un’interlocuzione serrata tra Enel, Comune, Regione Calabria e parti sociali che aveva portato alla definizione di un piano di rilancio condiviso e ambizioso: la realizzazione di un impianto ad idrogeno.
Enel aveva partecipato con successo a un bando PNRR della Regione, ottenendo un finanziamento di 15 milioni di euro. Questo percorso, definito dal sindaco come “faticoso ma estremamente importante”, aveva messo d’accordo per la prima volta tutti gli attori istituzionali e sociali, rispondendo sia alla domanda di lavoro che alle esigenze di tutela ambientale.
Il progetto prevedeva anche la possibilità, condivisa con il Presidente Regionale Roberto Occhiuto, di utilizzare l’idrogeno prodotto per i nuovi vettori ferroviari regionali. La svolta, tuttavia, non si è concretizzata. “Non intendo entrare nel merito delle ragioni per le quali Enel ha inteso rinunciare al progetto, dunque anche al finanziamento,” precisa Stasi, ma evidenzia come l’abbandono di questa iniziativa – senza alcuna proposta alternativa – abbia di fatto bloccato ogni altro spiraglio di rilancio produttivo e di riutilizzo pubblico dell’intera area. L’esito è un “profondo sconforto sociale” nella comunità e tra i lavoratori dell’indotto.
Stasi e l’appello nazionale: “Stimolare il colosso energetico”
Stasi non risparmia critiche al colosso energetico, paventando una “totale mancanza di volontà” di effettuare investimenti sul territorio nazionale, e in particolare in questo “sito produttivo che ha segnato la storia energetica del Mezzogiorno”. Il sindaco invoca un senso di responsabilità, ricordando i “numerosi sacrifici in termini ambientali, paesaggistici, di sviluppo in altre potenziali direzioni” che l’area ha compiuto per ospitare la centrale.
A livello locale, Stasi ritiene doveroso che Enel riprenda in considerazione il precedente percorso sull’idrogeno o proponga forme alternative di investimento produttivo sostenibile. A livello nazionale, il suo appello si rivolge direttamente alla missione del Ministero per il Made in Italy: “stimolare un colosso energetico controllato dallo Stato nel considerare maggiormente l’impatto delle proprie politiche strategiche sul territorio nazionale e di considerare, quindi, l’importanza di investimenti produttivi nei siti di propria proprietà, a maggior ragione quando questi sono collocati nel Mezzogiorno d’Italia”.
La richiesta di un tavolo istituzionale a Roma
Per sbloccare la situazione, il sindaco Stasi ha chiesto l’intervento diretto del Ministro Urso per rilanciare il confronto. “Ho ritenuto opportuno e necessario rivolgermi a Lei affinché possa porre la giusta attenzione alle preoccupazioni del territorio,” scrive il sindaco ancora nella missiva domandando di “attivare un tavolo istituzionale presso il Ministero del Made in Italy, coinvolgendo l’azienda ed i principali attori istituzionali del territorio, ovvero il Comune di Corigliano-Rossano e la Regione Calabria, al fine di aprire finalmente, sotto la Sua autorevole supervisione, un confronto concreto sul futuro del sito”.

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