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Farmacie private, il 6 novembre sciopero nazionale dei dipendenti: “Vogliamo un contratto dignitoso”

Italia

Farmacie private, il 6 novembre sciopero nazionale dei dipendenti: “Vogliamo un contratto dignitoso”

Circa 60mila tra farmacisti e personale delle farmacie convenzionate con il Servizio sanitario nazionale incroceranno le braccia per 24 ore. Sindacati contro Federfarma

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ROMA – Si fermeranno per 24 ore, il prossimo 6 novembre, i circa 60mila lavoratori delle farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, tra farmacisti collaboratori e personale. Lo sciopero, proclamato dalle sigle Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, arriva dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto nel 2024

Farmacie, sindacati contro Federfarma

Le sigle sindacali chiedono all’associazione che rappresenta oltre 18mila farmacie private in tutta Italia, di tornare al tavolo negoziale e presentare una proposta “in linea con il valore della professione e con l’aumento del costo della vita”. L’ultima offerta, pari a 180 euro lordi in tre anni, è stata giudicata “inadeguata”.

“Le farmacie sono un presidio sanitario e sociale essenziale, il primo punto di riferimento per milioni di cittadini – sottolineano le federazioni sindacali –. Le farmaciste e i farmacisti meritano rispetto e riconoscimento concreti, non parole vuote. Chiediamo giusti adeguamenti salariali, una migliore conciliazione tra vita e lavoro, percorsi formativi e un contratto che valorizzi davvero la professionalità”.
La mobilitazione nasce dopo l’esito negativo della procedura di conciliazione del 20 ottobre, seguita da un’assemblea nazionale unitaria il 27 ottobre, alla quale hanno partecipato circa 4.000 lavoratori. Proprio in quell’occasione sono state decise le prossime tappe della protesta, culminate nella proclamazione dello sciopero nazionale.

Da parte sua, Federfarma replica definendo lo sciopero “un rallentamento inutile delle trattative”. “È essenziale – afferma l’associazione – che le condizioni economiche e normative del contratto siano sostenibili per tutte le farmacie, grandi e piccole, rurali e urbane, per garantire la capillarità e l’efficienza della rete territoriale”. Una distanza che, almeno per ora, sembra difficile da colmare. Ma i sindacati ribadiscono la loro disponibilità a riaprire il dialogo: “Basta promesse. È tempo che ai lavoratori delle farmacie venga riconosciuto un contratto dignitoso e il rispetto che meritano”.

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