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Sangue assassino all’Annunziata: “Fermate Scopelliti”
COSENZA – La magistratura indaga sulla morte del 79enne ‘curato’ con plasma contaminato.
L’autopsia eseguita sulla salma dell’anziano morto a causa di una trasfusione ha evidenziato una generica compromissione degli organi. I periti avranno centoventi giorni di tempo per scoprire cosa sia realmente accaduto. Le indagini hanno portato al sequestro del centro trasfusionale di San Giovanni in Fiore, mentre i Nas da giorni cercano le prove delle condotte omissive dei vertici della Sanità locale. Elementi contenuti nella relazione redatta dalla Commissione d’accreditamento regionale al termine dell’ispezione effettuata nell’ottobre dello scorso anno. Un sopralluogo shock: gli ispettori notificarono una valanga di criticità ai responsabili delle strutture interessate. Sessanta segnalazioni mai prese in considerazione. Intanto la Procura ha acquisito il voluminoso rapporto della struttura commissariale regionale, mentre partiti e sindacati sollecitano la mobilitazione popolare. “Altro che caso isolato: quello del centro trasfusionale di Cosenza e’ la conferma che la sanita’ in Calabria e’ allo sbando. Il J’accuse – forse tardivo – del presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza, Eugenio Corcioni, il quale denuncia che gia’ da un anno “era possibile prevedere quello che e’ successo” perche’ “tutti sapevano” getta tinte fosche sull’organizzazione di un settore delicatissimo e fondamentale nella realta’ della sanita’ pubblica calabrese“. Lo affermano Francesco Molinari e Sebastiano Barbanti, parlamentari del movimento Cinque Stelle. I due parlamentari grillini chiedono la rimozione del presidente Scopelliti quale commissario ad acta della Sanita’. “Cosa ancor piu’ grave – affermano – e’ che si e’ dovuto aspettare il morto per far uscire allo scoperto una verita’ che – a quanto pare – era nota da tempo, non solo ai vertici dell’azienda ospedaliera ma anche agli esperti della struttura commissariale e ad un componente del Ministero. Se c’e’ una relazione, come ha detto il Dr. Corcioni, che sia resa pubblica. Confidiamo nel lavoro della magistratura che sara’ in grado di stabilire, se ci saranno, altre responsabilita’ in questa incredibile vicenda. Aspettiamo con ansia il risultato dell’esame autoptico e nel frattempo annunciamo che, anche alla luce delle nuove risultanze giornalistiche, valuteremo se poratre avanti la richiesta di un’ispezione parlamentare per stabilire le cause che hanno prodotto il “caso sangue infetto” all’ospedale di Cosenza. A quanto pare la sanita’ in Calabria e’ messa cosi’ male che le responsabilita’ di un centro trasfusionale, per quel che dichiara il Dr. Corcioni, e’affidato nelle mani “di due o tre precari”. Senza entrare nel merito delle competenze di questi lavoratori, crediamo non sia giusto addossare una responsabilita’ cosi’ grande sulles palle di professionisti incolpevoli, mentre chi dovrebbe gestire e organizzare il settore della sanita’ se ne lavale mani. E, forse, a questi tragici risultati non e’ estraneo un commissariamento che ripiana il debito ma distrugge i servizi. E comunque, nel migliore dei casi – cioe’quando non accadono queste immani tragedie – vengono cancellati i diritti dei malati”. La Giunta Scopelliti si difende sbandierando il proprio ‘eccellente’ lavoro sul fronte sanitario. “Senza imputare responsabilita’, e’ sempre vera l’espressione che ‘i guai non accadono mai per caso’ ma sono il frutto di pressapochismo, insipienza ed incapacita’. Se non si fosse arrestato il percorso, da noi avviato, con la legge che istituiva il Centro regionale del Sangue, sicuramente oggi avremmo avuto un sistema trasfusionale sicuro e garantito“. E’ quanto afferma il presidente della Commissione “Bilancio, Attivita’ Produttive e Fondi Comunitari” del Consiglio regionale Candeloro Imbalzano che “alla luce della tragica morte, al Centro Trasfusionale di Cosenza, del pensionato rendese stroncato da un batterio killer contenuto in una sacca di sangue”, bolla ancora una volta come “inaccettabile la presa di posizione assunta dal precedente Governo”. Candeloro Imbalzano parla di “ipocrisia ministeriale, miopia programmatoria e gestionale e di ottusita’ burocratica. Il Ministero competente, che era stato gia’ adeguatamente informato delle inefficienze del Centro Trasfusionale di Cosenza, infatti, e’ lo stesso Ministero che, circa un anno fa, ha sollevato la questione di costituzionalita’ della legge per l’istituzione del Centro regionale del Sangue, proponendo la relativa impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale. Un provvedimento molto atteso di cui mi ero fatto promotore – prosegue il presidente della Commissione Bilancio -raccogliendo le istanze del mondo del volontariato e dell’associazionismo tanto presente ed importante nella nostra realta’ ed il cui ruolo rimane fondamentale nella gestione del settore e che in merito aveva espresso pubblicamente apprezzamenti e valutazioni positive”. “La tragica morte del pensionato di Rende – prosegue Imbalzano – ha fatto emergere una drammatica realta’ evidenziando, ancora una volta, come questa Regione non abbia potuto, per responsabilita’ ben individuate, dotarsi di un sistema trasfusionale da regione cosiddetta ‘normale’, potendo contare su una legge, quella di cui mi ero fatto ideatore, che raccoglieva le indicazioni virtuose delle diverse associazioni interessate, fra cui l’Avis e l’Adspem”. “Un fiore all’occhiello del nostro sistema normativo e peraltro – mi preme ribadirlo – una legge finanziata quasi interamente con fondi ministeriali gia’ disponibili”. Il presidente della seconda Commissione conclude cosi’: “Ritengo indispensabile riprendere quel percorso legislativo virtuoso che sicuramente avrebbe fatto registrare una svolta nella garanzia dei livelli di sicurezza e controllo dei servizi trasfusionali”.

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