Calabria
Divario Nord-Sud
Qualità della vita 2025: Milano e Bolzano al top. Sud in affanno e città calabresi in coda, ma Cosenza risale
Peggiora la qualità della vita in 47 province su 107. Il Mezzogiorno sconta un forte disagio sociale e personale. Cosenza è al 94′ posto ma risale di 10 posizioni rispetto allo scorso anno. L’Indagine ItaliaOggi-Ital Communications 2025
COSENZA – Milano si conferma al primo posto nella classifica sulla qualità della vita nelle province italiane, seguita da Bolzano e Bologna. La 27ª edizione dell’indagine, realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, fotografa il divario sempre più marcato tra Centro-Nord e Sud e Isole, con Reggio Calabria e Crotone tra le ultimissime in graduatoria così come Vibo Valentia. Anche Cosenza si trova nella parti basse della classifica ma risale di 10 posizioni rispetto allo scorso anno e si posiziona al 94′ posto. Poco più su c’è Catanzaro che occupa la 92′ posizione con due posizioni perse rispetto allo scorso anno.
A Cosenza bene Turismo e ambiente. Migliora la sicurezza
Per quanto riguarda Cosenza, la città capoluogo di provincia è al 94′ posto su un totale 107 città e risale di 10 posizioni rispetto allo scorso anno. Si trova al 50′ posto nella categoria ambiente, all’87’ posto nell’istruzione. Male il lavoro con la posizione 104 mentre per reddito e ricchezza è addirittura la penultima con la posizione 106′ su 107′. Risale in classifica di 16 posizioni rispetto allo scorso anno nella Salute e di ben 31 posizioni per la Sicurezza (75′ posto). Lieve risalita anche nel turismo e 55′ posizione. Infine 77′ posizione per la categoria Popolazione.
La fotografia delle province italiane
La ricerca ha analizzato 107 province italiane suddivise in cinque cluster territoriali (Mediterraneo, Francigena, Adriatico, Padania, Metropoli), articolando lo studio in nove dimensioni: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, turismo e cultura.
Su 107 province, solo 60 hanno ottenuto una qualità della vita buona o accettabile, un valore inferiore rispetto agli anni precedenti, segnale di un lieve peggioramento complessivo. Milano e Bolzano confermano la loro leadership, mentre Bologna sale di una posizione. Monza e Brianza arretra di due gradini, mentre Rimini e Ascoli Piceno registrano un avanzamento significativo rispettivamente al 12° e 15° posto, con oltre venti posizioni guadagnate rispetto al 2024.
Ancora in fondo alla classifica Caltanissetta (107ª), preceduta da Crotone (106ª), che scende di cinque posizioni in un anno e Reggio Calabria (105ª), che invece conquista un posto.
Al Sud, la situazione resta critica: Reggio Calabria si posiziona al 105° posto, Crotone al 106°, mentre Caltanissetta chiude la classifica al 107° posto. Tra le province che peggiorano rispetto allo scorso annoFoggia, che passa dalla 93ª alla 104ª postazione in classifica, Pordenone dalla 9ª alla 23ª e Gorizia dalla 26ª alla 52ª.
Dimensioni chiave dell’indagine
- Affari e lavoro: Bolzano guida la classifica, mentre le province meridionali come Agrigento, Siracusa e Napoli si trovano agli ultimi posti
- Ambiente: Bolzano prima, seguita da Bologna e Bergamo; in fondo Palermo e Catania
- Reati e sicurezza: Ascoli Piceno guida la graduatoria, mentre Milano chiude la classifica
- Istruzione e formazione: Bologna al top, Crotone e Caltanissetta in fondo
- Popolazione: Bolzano ancora prima, Sud Sardegna e Oristano agli ultimi posti
- Sistema salute: Ancona guida la classifica, Sud Sardegna chiude
- Turismo e cultura: Bolzano prima, Enna ultima
- Reddito e ricchezza: Milano al vertice, Crotone chiude la graduatoria
Il divario tra Centro-Nord e Sud
Lo studio evidenzia la crescente frattura tra il Centro-Nord, più resiliente e capace di adattarsi alle emergenze economiche e sociali, e il Mezzogiorno, dove permangono ampie aree di disagio sociale. Solo alcune province del Sud riescono a collocarsi in posizioni accettabili, a conferma delle difficoltà strutturali e delle limitazioni della finanza pubblica locale.
La qualità della vita nelle province del Nord-Ovest risulta in leggero arretramento(19 province su 25 sono nei due gruppi di testa – qualità buona e accettabile – 2 in meno rispetto alla passata edizione). Una situazione opposta caratterizza il Nord-Est, mentre nell’Italia centrale si registra un lieve miglioramento. Per le province dell’Italia meridionale e insulare, soltanto L’Aquila si classifica nel gruppo 2 (qualità della vita accettabile), contro le due (Pescara e Teramo) censite lo scorso anno.
Qualità della vita 2025: le voci degli esperti
Secondo Marino Longoni, Condirettore di ItaliaOggi: “La classifica 2025 dell’Indagine elaborata da ItaliaOggi e Ital Communications conferma tendenze già osservate in passato: le grandi città, soprattutto del Centro-Nord, mostrano una forte capacità di resilienza e di adattamento alle emergenze degli ultimi anni. Purtroppo, si accentua invece il divario tra Centro-Nord e Sud, dove emergono segnali sempre più evidenti di disagio sociale e personale. Milano, da due anni, rimane nelle prime posizioni in classifica e, nonostante risultati molto negativi per l’indicatore relativo alla sicurezza, mantiene salda la sua leadership”.
Per Attilio Lombardi, Founder di Ital Communications “L’indagine ha permesso di avere un quadro ampio e dettagliato sul livello di qualità della vita. Sono emersi segnali importanti, utili per valutare criticità e urgenze, ma anche aspetti positivi e di crescita. Il nostro impegno e il nostro ruolo, come comunicatori, è quello di favorire la buona comunicazione, che rappresenta un elemento fondamentale per la capacità dei cittadini a partecipare alle decisioni collettive: si tratta di un modo per agevolare un dialogo concreto all’interno delle comunità, utile allo sviluppo dei singoli territori”.
Per Alessandro Polli, docente di Statistica economica e Analisi delle serie storiche all’Università La Sapienza di Roma: “L’indagine sulla qualità della vita – giunta alla 27ª edizione – è uno degli studi più completi disponibili in Italia. Si articola in nove dimensioni e 97 indicatori che permettono un’analisi approfondita del contesto locale. L’edizione di quest’anno conferma tre tendenze: la crescente frattura tra il centro-nord, più resiliente, e il Mezzogiorno, sempre più vulnerabile; la presenza di ampie aree di disagio sociale nel sud, difficili da affrontare nell’attuale quadro di finanza pubblica; e il consolidamento del primato delle province e città metropolitane del centro-nord, che anche nella fase economica e geopolitica attuale mostrano la maggiore capacità di resistenza”.

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