Francesco Ferace: «Lo Stato nelle scuole per rinsaldare le colonne della legalità»

COSENZA – | VIDEO | Colonnello per vocazione, giornalista per passione. E’ questo il profilo di Francesco Ferace, alto graduato dell’Arma, insediatosi a

Cosenza il 9 ottobre del 2010, come nuovo comandante provinciale dei carabinieri. Napoletano verace, grande esperienza alle spalle, caratterizzata da numerosi successi, ha accettato la sfida di Cosenza con entusiasmo, ben consapevole che quell’etichetta di isola felice del panorama Calabria, tuttavia ha un suo sottobosco criminale e delinquenziale da non sottovalutare. Con i suoi uomini ha messo la firma alle più importanti operazioni contro la mala cosentina, disarticolando, sotto la regia del pool antimafia della Dda di Catanzaro, alcune fra le più pericolose e sanguinarie cosche locali, responsabili della violenta stagione del terrore degli anni ’80. Da comandante dell’Arma ha attivato anche un pool di carabinieri scelti per affidargli la gestione della task force operativa contro i componenti dell’anonima rapine e il risultato è stato straordinario. La sua passione per il giornalismo l’ha portato sin da subito ad instaurare un rapporto con la stampa. Ne abbiamo avuto la prova oggi, quando, stamattina c’ha aperto il suo ufficio, al secondo piano dell’ufficio comando, per concederci una video intervista. Colloquiale, sintetico nelle risposte, deciso nel mostrare il volto dell’Arma, ha risposto alle domande della collega Daniela Caruso e alle sollecitazioni del direttore Giuseppe Gangale. La video intervista è stata un momento di riflessione su alcune tematiche di grande rilevanza: il rapporto tra le forze dell’ordine e i cittadini, l’ingresso dello Stato all’interno del pianeta scuola e il legame tra la Benemerita e la politica. Domande alle quali ha risposto, con estrema chiarezza ed altrettanta passione. «Sulla sinergia con la cittadinanza, ha quasi preferito sorvolare, segno evidente di una forma di reticenza di parte della società civile a farsi avanti per denunciare le illegalità. Molto più carico il significato del rapporto, inteso come presenza sul territorio, dell’Arma tra la gente. Un rapporto che – ha sottolineato – ha radici antiche, risalenti, addirittura, a prima dell’Unità d’Italia». Parlare di legalità e di diffusione del fenomeno tra i giovani lo affascina. «E’ indispensabile portare un pezzo importante dello Stato all’interno dell’universo scuola. Chi siede tra i banchi deve studiare non solo per cultura ma anche perchè gli studenti di oggi sono le fondamenta dello Stato di domani, il tessuto sociale della nuova società che si va a rinnovare. La scuola, così come la famiglia, devono essre il “porto” della civiltà e della democrazia, agli studenti bisogna spiegare il rispetto delle regole e la loro importanza nell’osservarle». L’ultimo quesito, posto dalla collega Daniela Caruso, viene esaudito dal colonnello Ferace, con una risposta quasi telegrafica. «Noi non abbiamo rapporto con la politica, non ci appartiene. Abbiamo invece un sinergico legame con gli amministratori locali. Entrambi perseguiamo la crescita e lo sviluppo dei territori». Il colonnello Francesco Ferace, si congeda, salutandoci. Noi lo ringraziamo per la disponibilità dimostrataci.

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