Tirreno
Alla guida di una Jeep Renegade senza patente. Giovane di Cetraro assolto, ecco perchè
PAOLA (CS) – È stato assolto ancora una volta dall’accusa di guida senza patente un 33enne originario di Cetraro. La sentenza è stata emessa dal Giudice monocratico del Tribunale di Paola, Sara Cominato, che ha accolto la richiesta avanzata dal suo legale, l’avvocato Emilio Enzo Quintieri, dichiarando che “il fatto non sussiste”. Il pomeriggio del 24 giugno 2022, il giovane era stato notato dai Carabinieri della Stazione di Cetraro mentre, a bordo di una Jeep Renegade, usciva dall’area di servizio Q8 lungo la Statale 18. Nonostante i militari lo avessero riconosciuto con certezza, non era stato possibile fermarlo nell’immediatezza a causa della viabilità e del senso di marcia opposto.
Per questo motivo erano state acquisite le immagini di videosorveglianza del distributore, relative alla fascia oraria appena precedente al momento del riconoscimento dalle quali, effettivamente, si riconosceva il giovane giungere all’interno della Q8 a bordo della Jeep Renegade per poi ripartire in direzione nord. Poichè il predetto era stato già più volte notato in passato (il 7 novembre 2021 ed il 16 marzo 2022), mentre conduceva dei veicoli sulla pubblica via, nonostante privo della licenza di guida, era dunque stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Paola per rispondere del reato di guida senza patente con la recidiva nel biennio.
A seguito delle indagini preliminari, il sostituto procuratore Mariolina Bannò aveva disposto il rinvio a giudizio. Il processo si è svolto con rito abbreviato, richiesto dal difensore. Il pubblico ministero Elvira Gravina aveva chiesto la condanna a 2 mesi e 20 giorni di arresto e a un’ammenda di 800 euro, riconoscendo comunque le attenuanti generiche.
L’avvocato Quintieri, al contrario, ha insistito sulle carenze probatorie, in particolare sulla presunta recidiva: secondo la difesa, mancavano prove della validità e definitività dei verbali relativi alle violazioni precedenti, dei quali non vi era traccia nel fascicolo. Una circostanza che aveva già portato in passato all’assoluzione del suo assistito in casi simili. Il giudice Cominato ha quindi accolto la tesi della difesa, pronunciando l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.

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