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Attentato al giornalista Ranucci, una bomba sotto l’auto: «ordigno poteva uccidere mia figlia»

Italia

Indaga l'Antimafia

Attentato al giornalista Ranucci, una bomba sotto l’auto: «ordigno poteva uccidere mia figlia»

E’ accaduto nella notte a Pomezia: distrutte le vetture del giornalista di Report e della figlia. Indaga l’Antimafia per danneggiamento con metodo mafioso. Solidarietà da Giorgia Meloni: “Libertà di informazione irrinunciabile”

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bomba sigfrido ranucci

ROMA – Un ordigno rudimentale ha distrutto le auto del giornalista Sigfrido Ranucci e della figlia nella tarda serata di ieri, a Campo Ascolano, frazione tra Roma e Pomezia. L’episodio, che per fortuna non ha causato feriti, si è verificato intorno alle 22, quando una bomba è esplosa sotto l’auto del conduttore di Report, danneggiando anche l’altra vettura di famiglia e la palazzina dove Ranucci vive.

Secondo quanto riportato dallo stesso giornalista, la figlia era passata pochi minuti prima dell’esplosione: «potevano ammazzarla», ha dichiarato, visibilmente scosso. Stando a una sua prima ricostruzione, l’ordigno conteneva almeno un chilo di esplosivo. Il boato è stato così violento da danneggiare anche un’abitazione vicina.

Le indagini sono ora nelle mani della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che procede per danneggiamento aggravato dal metodo mafioso. A occuparsene il pm Carlo Villani, sotto il coordinamento dell’aggiunto Ilaria Calò. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, la Digos, i Vigili del Fuoco e la Polizia scientifica. Ranucci non esclude un collegamento tra l’attentato e l’annuncio dei nuovi temi di inchiesta di Report, diffuso pochi giorni fa. La trasmissione, da sempre impegnata in inchieste scomode su potere e criminalità.


Immediata la reazione politica. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “piena solidarietà” al giornalista e “la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio”. In una nota di Palazzo Chigi si legge: “La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili della nostra democrazia”.

“Solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il gravissimo attentato subito. Attaccare un giornalista equivale ad attaccare la libertà di stampa e il diritto dei cittadini di essere informati. Va respinta con fermezza ogni violenza, minaccia o forma di intimidazione“. Lo scrive su X il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. 

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