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Cure domiciliari in calo e distretti in affanno: l’allarme dal XXIII Congresso CARD di Rende

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Cure domiciliari in calo e distretti in affanno: l’allarme dal XXIII Congresso CARD di Rende

Al convegno nazionale della Confederazione delle Associazioni Regionali di Distretto, esperti e dirigenti sanitari lanciano l’allarme: cresce il numero di assistiti ma cala la qualità dell’assistenza. “La casa non è ancora il primo luogo di cura”

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RENDE – La sanità territoriale mostra luci e ombre e nonostante il PNRR abbia ampliato la platea degli assistiti, le cure domiciliari perdono consistenza e continuità. È quanto emerso dal XXIII Congresso Nazionale della CARD – Confederazione Associazioni Regionali di Distretto, che si è svolto in un hotel di Rende, in collaborazione con CARD Calabria e il presidente regionale Sisto Milito. Secondo i dati presentati, la quota di assistenza domiciliare rivolta a pazienti con bisogni complessi è scesa dal 58,7% del 2021 al 41,1% del 2023, mentre gli interventi “prestazionali” e “spot” sono in crescita. In parallelo, gli accessi medi per anziano sono diminuiti a 14,3 l’anno, molto lontani dai 39 indicati come obiettivo di riferimento.

Il presidente nazionale Gennaro Volpe ha parlato di “crescita quantitativa ma arretramento qualitativo” spiegando che “dietro i numeri si nasconde una fragilità strutturale. La casa non è ancora il primo luogo di cura”. Il congresso, patrocinato da Regione, ASP, Università e Ordini professionali, ha dato spazio ai vertici dell’ASP di Cosenza. Il direttore generale Antonio Graziano ha ribadito l’impegno per una rete territoriale solida e continua: “La sfida è anche culturale: riportare il cittadino al centro del sistema”. Il direttore sanitario Martino Rizzo ha richiamato il ruolo strategico dei Distretti sanitari come “punto di incontro tra bisogni e servizi”, mentre il direttore amministrativo Remigio Magnelli ha sottolineato la necessità di valorizzare il personale e semplificare le procedure.

Congresso Nazionale della CARD

Nel corso dell’iniziativa sono emerse le principali criticità: la frammentazione dei modelli regionali, la mancanza di governance unitaria della medicina generale, l’insufficiente integrazione tra sanità e sociale e l’assenza di monitoraggi qualitativi costanti. Ma sono emerse anche proposte operative a partire dal potenziamento delle Centrali Operative Territoriali (COT) e del numero 116117, sviluppo della presa in carico integrata, rafforzamento della salute mentale e miglioramento della rete penitenziaria. L’ASP di Cosenza, in coerenza con il PNRR, ha presentato le proprie linee di intervento: attivazione delle Case della Comunità, rafforzamento delle Unità di Continuità Assistenziale e creazione di sistemi informativi condivisi per la presa in carico digitale dei pazienti fragili.

 

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