Area Urbana
Attanasio in viaggio di nozze con l’amico ucciso ad Arcavacata
Oggi in aula, durante il processo che si sta celebrando presso la Corte d’Assise di Cosenza, la moglie di Attanasio ha ricordato, alla presenza del collegio giudicante presieduto da Giovanni Garofalo, quali fossero i rapporti tra i due. La giovane farmacista disoccupata, ha dichiarato di non aver mai chiesto nulla a suo marito in merito alla sua professione. Sapeva che andava in Albania per lavoro. Nulla di più. “Non ho mai approfondito” ha spiegato. In casa non mancava nulla: due auto, un gommone, una casa in fitto e la possibilità di mantenere un figlio senza lavorare. Alla donna bastava ciò per non ‘impicciarsi’ degli affari del marito con il quale non ha più rapporti dal momento del ritrovamento del cadavere di Galizia. Tutto quello che sa, dice di averlo appreso dai giornali. Non conosce i rapporti che vi fossero tra suo marito e l’amico Galizia, ma ricorda di essere andata in viaggio di nozze insieme a lui e la sua compagna dopo il matrimonio. Ignora se a pagare la crociera per tutti fosse stato Francesco Attanasio e quanti conti corrente avesse intestati.
Il pm Giuliana Rana ha poi ricordato il contenuto di un’affermazione captata tra gli ambienti frequentati da Galizia e Attanasio: “Noi non tocchiamo la moglie e il figlio, ma lei non deve andarlo a trovarlo in carcere, deve chiedere il divorzio e cambiare cognome al figlio”. In effetti la donna ha oggi confessato di avere intenzione di chiedere la separazione. Un decisione che però avrebbe maturato spontaneamente senza essere mai stata ‘avvicinata’ o minacciata. Alcuni stretti familiari della donna, Marianna Nardo di Sorianello, pare abbiano precedenti penali per associazione a delinquere e siano stati coinvolti nella prima faida dei boschi che contrappose il clan Vallelunga, uscitone vincente, ai clan Ciconte-Emanuele-Nardo di Sorianello e Gerocarne. Dei diciassettemila euro che Galizia avrebbe prestato a suo marito, motivo per il quale a detta di Attanasio scattò il litigio che portò all’omicidio di Arcavacata, non sa nulla. Così come nessuna informazione aveva avuto del magazzino in cui era stipato l’arsenale di armi cui gestione fu attribuita da Attanasio all’amico Galizia.



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