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Intervista a Nicola Morra – Movimento 5 Stelle: “manca cultura del rispetto delle regole” (VIDEO)

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Intervista a Nicola Morra – Movimento 5 Stelle: “manca cultura del rispetto delle regole” (VIDEO)

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Nicola Morra elezioni 2018

Nicola Morra, del Movimento 5 Stelle, è candidato al Senato nel collegio uninominale Cosenza-Castrovillari, capolista per il proporzionale.

 

COSENZA – Dalla sua esperienza già maturata all’interno del Senato della Repubblica agli obiettivi del Movimento 5 Stelle. Nicola Morra nell’intervista su quicosenza.it sottolinea: “un’esperienza che mi ha permesso di comprendere che cosa io possa far meglio, e che cosa debba ulteriormente perfezionare. Ho capito, per esempio, che si è parlamentari d’opposizione, e dunque di minoranza, si deve lavorare tantissimo, oltre che con i cittadini, soprattutto con le procure, perchè in Calabria è necessario stimolare le procure affinchè, a seguito di ripetuti impulsi, possono prendere coscienza di determinate problematiche. Non è sufficiente depositare dagli esposti, bisogna conoscere le persone, bisogna ragionare con le stesse e convincere i cittadini che c’è una Calabria diversa, innanzitutto attraverso la denuncia di ciò che d’illegale purtroppo c’è. In questi anni ho imparato anche questo e ho conosciuto persone che compiono il loro dovere in maniera cristallina e che vanno supportate con un’azione di solidarietà, che va loro resa, anche magari in silenzio, ma nei fatti. Il vero problema delle Calabrie, perchè io amo definire la nostra regione al plurale, come si faceva un tempo, è che troppe volte la cultura del rispetto delle regole è semplicemente evocata, pronunciata, ma di fatto, continuamente violentata. Per cui, ecco, so che ci metterò ancora meno tempo ad attivarmi per convincere anche altre persone, insieme a me, per realizzare e cofirmare, esposti, denunce, ciò che è necessario perchè la legge venga rispettata”.

Il rispetto del territorio: “negli anni siamo arretrati”

“Le Calabrie hanno delle vocazioni straordinarie, dal punto di vista della natura, ma hanno un’organizzazione sociale, quindi anche economico-produttiva decisamente infelice, nel corso di questi ultimi decenni. Piuttosto che arricchirci, piuttosto che distribuire queste risorse che sono ampiamente disponibili sui nostri territori, qualora si lavori. Nel corso degli ultimi decenni noi siamo retroceduti, siamo arretrati. E questa è una regione in cui c’è immediatamente da affrontare una emergenza demografica, e questa emergenza è tale perchè a livello produttivo, e dunque economico, noi produciamo sempre meno e soprattutto distribuiamo sempre peggio. Questo è uno dei motivi per cui, ad esempio, la proposta di un reddito energetico di cittadinanza potrebbe essere appunto estesa alle nostre regioni. E’ una proposta con cui le amministrazioni locali aiutano i cittadini più deboli a dotare i tetti delle loro abitazioni di pannelli fotovoltaici, con prestiti agevolati, al fine di ottenere, quantomeno, nel medio e lungo termine, un ritorno di questi investimenti, perchè si tratta di veri e propri investimenti, in quanto c’è un utile e soprattutto c’è un progressivo lberarsi dal fossile. Ricordiamo che l’uso di energie fossili è ciò che produce massimamente inquinamento atmosferico e ricordiamoci chein Calabria, non so perchè, ancora i dati sulla diffusione delle malattie oncologiche sono noti a pochi. Noi ci ammaliamo sempre di più e,tra l’altro, per curarci dobbiamo andare molto spesso fuori regione, con un susseguirsi a catena di problemi che poi gravano sempre sulle tasche del cittadino e sulla dignità dello stesso”.

GUARDA L’INTERVISTA integrale al candidato Nicola Morra

La vocazione della Calabria e l’economia del mare che deve crescere

“Basterebbe avviare un lavoro di ricognizione delle vere vocazioni del nostro territorio. Il nostro territorio è costituito da 796 km di costa. Pur tuttavia, per esempio, noi abbiamo un’economia del mare straordinariamente ridotta, rarefatta. Basti pensare a quello che di potrebbe e si dovrebbe fare in termini di istruzione e di università, per promuovere professionalità legate all’economia marittima, e già c’è l’idea di ciò che si debba fare. E se non ricordo male, noi abbiamo in Calabria soltanto tre istituti tecnico-nautici, e pertanto, anche da questo punto di vista dobbamo crescere tantissimo. Ai tempi della Calabria sotto la dominazione romana, l’economia del mare, di qualche millennio fa, era certamente molto più prospera di quanto non lo sia attualmente, il che la dice tutta”.

Emergenza sociale: reddito e pensione di cittadinanza

“E’ irrealizzabile solo se si vuole restare inconsapevoli a vita: il reddito di cittadinanza, includendo anche la pensione di cittadinanza e la riforma dei centri provinciali per l’impiego, costerebbe, per come è stato cetificato dagli uffici parlamentari, circa 17 miliardi, incluso, lo ripeto, la pensione di cittadinanza, per cui le pensioni minime verrebbero portate a 780 euro. Se si pensa che il bilancio dello Stato è annualmente di circa 850 miliardi, dire 17 miliardi significa dire una parte di bilancio dello Stato pari al 2% di quello che annualmente le pubbliche amministrazioni spendono. Se un bilancio non lo si può toccare per un margine pari al 2% dello stesso, significa che è assai, assai rigido. E a me la rigidità ricorda la morte, e io preferisco combattere per la vita”.

I Cinquestelle e i “professionisti della politica”

“Non soltanto abbiamo degli esperti nelle liste, ma noi stessi abbiamo imparato. Certamente 5 anni fa, quando noi siamo approdati a Roma, siamo stati un gandissimo esperimento sociale. Di fatto, persone comuni, che difficilmente avevano avuto in passato esperienze politico-amministrative, si sono trovate a combattere nelle aule parlamentari, contro i cosiddetti “professionisti della politica”. E tuttavia anche i nostri avversari, spesso e volentieri, ci hanno manifestato, anche pubblicamente, attestati di stima e riconoscimento dei nostri meriti perchè, studiando, comunque, poco alla volta, abbiamo compreso che cosa si dovesse fare e come lo si dovesse fare. Purtroppo non ci è stato possibile ottenere quei risultati che avremmo desiderato”.

“Se noi introducessimo, ad esempio, il reddito di cittadinanza in tutta Italia, e soprattutto al Sud, tanti politici, che vengono rieletti soltanto grazie al voto clientelare, dovrebbero immediatamente trovarsi un’altra sistemazione. E questo fa sì che alcune misure, che in tanti altri Paesi civili sono considerate a tutela dei diritti del cittadino, sono in realtà in Italia osteggiate, non dimenticate ma osteggiate, perchè di fatto in Italia c’è qualcuno che ci vuole considerare ancora sudditi e non cittadini. Però, ripeto, gli esperti non mancano. Io ne conosco diversi, e ne conosco diversi anche ll’interno del nostro gruppo parlamentare, perchè, a mio avviso, e non è una novità, persone come, e parlo per il Senato, Andrea Cioffi o Luigi Gaetti potrebbero essere immediatamente capaci di svolgere una funzione ministeriale, quindi governativa, senza alcun problema. Hanno una statura e una capacità di visione politica che tanti nostri avversari si sognano di avere”.

Le banche al Sud e i soldi dei meridionali per  favorire innanzitutto il Meridione

Nicola-Morra“Approfitto di quanto è stato detto per relazionarmi al nostro territorio. Noi avevamo un tempo tanti istituti di credito, che, su base locale, attraverso la conoscenza diretta tra il personale che lavorava negli istituti di credito stesso e gli imprenditori e i lavoratori della zona, erogavano in funzione di un criterio straordinariamete efficace nel tempo: la fiducia che si costruisce nel tempo, appunto, grazie a relazioni personali pregresse e solide. Quello era il mondo delle Bcc, delle banche popolari. Mondo che è stato di fatto violentato e saccheggiato attraverso delle operazioni che ambienti al limitare tra il legale e illegale, hanno condotto nel corso degli ultimi decenni, e le Calabrie, in particolare la provincia di Cosenza, hanno registrato cose che neanche a Marte si verificavano. Penso, per esempio, alla banca popolare di Cosenza che, avendo ottenuto da Banca d’Italia la possibilità di aprire una filiale a Rende, con bilanci che la stessa Banca d’Italia aveva vidimato e considerato più che robusti, nell’arco di 12 mesi è stata poi commissariata.

Tutto questo, a nostro avviso, è un chiaro segnale politico: le banche del Sud sono state considerate, come furono considerate già alla fine dell’ottocento, e per buona parte degli inizi del ‘900, le banche che debono raccogliere per poi trasferire altrove il risparmio che genera, attraverso l’investimento, sviluppo. E per esempio, nel Triveneto o nel triangolo industriale. Io credo che i soldi dei meridionali potrebbero innanzitutto favorire del Meridione. Se penso, ad esempio, al porto di Gioia Tauro e a come lo stia massacrando una classe dirigente calabrese del tutto inetta, mi fa rabbia perchè il porto di Gioia Tauro doveva e poteva essere un volano di sviluppo. Sta diventando una palla al piede per questa regione”.

 

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