Cosenza
Bancarotta fraudolenta, rinviato a giudizio Ercole Barile
Per l’ex consigliere regionale Domenico Barile c’è da attendere. La decisione è stata rinviata di qualche settimana per questioni di natura procedurali
COSENZA – Rinviata a fine marzo l’udienza preliminare per Domenico Barile, accusato di bancarotta fraudolenta, per questioni di natura procedurali. Il gup Branda ha così disposto all’esito della camera di consiglio tenutasi nella mattinata odierna. Per l’ex consigliere regionale, difeso dagli avvocati Roberto Le Pera, Francesco Gelsomino, Giuseppina Carricato, c’è ancora da attendere. Insieme a lui sono stati implicati nella vicenda anche Ercole Barile e Giovanni Battista Guzzo ex amministratori di diritto della Nord Hotel e Gianfranco Tenuta, amministratore nominato il 29 marzo 2014 fino alla data di dichiarazione del fallimento nel maggio 2015 della società liquidatrice omonima. In concorso e nelle loro rispettive qualità avrebbero agito allo scopo di recare pregiudizio ai creditori distraendo i beni della società. Per Ercole Barile il giudice Branda ha deciso per il rinvio a giudizio, mentre per Giovanni battista Guzzo e Gianfranco Tenuta il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto.
Il 27 settembre 2017 Domenico Barile finì ai domiciliari. L’ordinanza fu eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Cosenza e contestualmente furono posti sotto sequestro due milioni di euro nei confronti di tre società gestite dal medesimo imprenditore. Secondo gli inquirenti il dissesto finanziario della società e, quindi, il depauperamento del patrimonio della stessa, sarebbe stato la conseguenza di una gestione caratterizzata da continue e ingiustificate distrazioni di denaro messe in atto dai soci, sia a favore di familiari, sia sotto forma di finanziamenti a favore delle altre società del “Gruppo”. Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza, consentirono alla Procura della Repubblica di richiedere ed ottenere il provvedimento della misura cautelare ai domiciliari per l’ex consigliere regionale. Provvedimento che, a distanza di un mese, fu revocato dal Gip del tribunale di Cosenza Piero Santese, il quale accolse la tesi della difesa e «non ravvisando elementi idonei a concretare l’attualità delle evidenziate esigenze cautelari» rimise in libertà Domenico Barile.
In particolare il gip ha accolto la tesi avanzata dai suoi legali in relazione alla società Tincson con sede a Barcellona. Come sostenuto dal collegio difensivo, infatti, anche secondo il gip Barile è stato revocato dalla carica di amministratore unico della società spagnola nel gennaio del 2012, un dato che smentisce quanto invece sostenuto nell’ordinanza di custodia cautelare del 25 settembre. Nel provvedimento con cui Barile era stato posto ai domiciliari, infatti, si sosteneva che l’ex presidente di Field fosse ancora, al momento dell’arresto, amministratore unico della Tincson e ciò avrebbe presupposto il pericolo di reiterazione del reato. Secondo il gip, ad ogni modo, il provvedimento di revoca dei domiciliari lascia «inalterato» il quadro indiziario «tenuto conto che l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere».



Social