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Iss “la curva dei contagi decresce. Via libera alle mascherine fatte in casa multistrato”

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Iss “la curva dei contagi decresce. Via libera alle mascherine fatte in casa multistrato”

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Silvio Brusaferro

Brusaferro “La curva dell’epidemia di nuovo coronavirus va decrescendo ed è un segnale che prosegue. Per contenere la diffusione del contagio tra la popolazione generale sono raccomandate le mascherine di comunità, multistrato che si possono anche confezionare in casa”

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COSENZA – “Per l’uso destinato alla popolazione si possono utilizzare anche mascherine confezionate in proprio, come indicano video diffusi dai Centers for desease controll, l’importante è che siano multistrato. I modelli più sofisticati Ffp2 e Ffp3 sono per uso diverso”. Lo ha detto il presidente del’Isituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro alla conferenza stampa settimanale organizzata dall’Istituito sull’andamento epidemiologico dell’epidemia di Covid-19 in Italia.

Curva decresce, R0 tra 0,5 e 0,7. Incidenza letalità alta

La curva dell’epidemia di nuovo coronavirus va decrescendo, è un segnale che prosegue e stiamo andando verso un numero più basso in tutte le regioni – ha specificato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro – il tasso di contagiosità indicato con R0 risulta attualmente sotto il valore 1 ed è compreso fra 0,5 e 0,7. L’incidenza di letalità si conferma soprattutto nelle fasce d’età più elevate. Su 2400 deceduti, la maggioranza ha come prima causa infezione di Covid, invece il 12% ha cause che si sono sovrapposte. Stiamo andando verso un numero di casi molto basso un po’ in tutte le regioni, inclusa la Lombardia. La fase 2 è molto delicata, è importante che il Paese riparta, ma il virus non ha cambiato né identità né caratteristiche- ha sottolineato – perciò violare le regole di comportamento per la prevenzione del contagio potrebbe facilitare la circolazione. Mobilità e spostamenti fra regioni potranno essere valutati soltanto alla luce della situazione epidemiologica, il cui andamento nella Fase 2 potrà essere valutato solo nei prossimi giorni” ha ribadito il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro.

Nella prossima settimana i dati della Fase 2

Solo nella prossima settimana sarà possibile avere i dati relativi all’andamento dei casi nei primi giorni dalla riapertura che dal 4 maggio hanno segnato l’inizio della Fase 2 – ha spiegato Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa – aggiungendo che dall’analisi settimanale della cabina di regia tra ministero e Regioni si potranno fare ragionamenti per decidere misure successive. Nell’affrontare la Fase 2 serve una grande cautela: non è solo una questione di buon senso” perché i modelli indicano che è pericoloso “fare troppe cose insieme. Una strategia opportuna, ha aggiunto, è riaprire insieme alle regioni con modelli condivisi. C’è un impegno delle Regioni per superare la carenza di reagenti per l’analisi molecolare dei campioni prelevati con i tamponi naso-faringei, ma è un problema comune in tutta l’Europa, considerando il grande utilizzo di questi test”.

Messe, cinema e teatri

“Nella Fase s – ha detto ancora Brusaferro – si stanno valutando forme di partecipazione con numeri limitati di persone in luoghi confinati previo rispetto delle regole e con un percorso di garanzia, dalla fasce orarie agli ingressi. Questo vale per tutti gli eventi che hanno tali caratteristiche comprese le celebrazioni liturgiche. Dopo il sì alle messe, il Comitato Tecnico Scientifico (Cts) sta ricevendo istanze da molte componenti, come cinema e teatri, e confessioni religiose. Nelle prossime settimane si pronuncerà in merito proprio il CTS. Si stanno valutando forme di partecipazione con numeri limitati di persone in luoghi confinati”.

 

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Giovanni Rezza “Immagini di Milano sono preoccupanti”

Le immagini di folla a Milano fanno preoccupare: economia e salute non sono in contrasto. Bisogna aumentare i controlli sanitari proprio per favorire le riaperture. Invito assolutamente a rispettare le norme di distanziamento sociale e l’uso di mascherine”. Lo ha affermato Gianni Rezza alla conferenza stampa settimanale organizzata dall’Istituito superiore di sanità. “Rispettare la distanza fisica, evitare le aggregazioni, lavarsi frequentemente le mani, usare le mascherine in luoghi chiusi e all’aperto se si parla con qualcuno: restano queste. In linea di massima si può confutare l’ipotesi di una differenza di rischio fra stranieri e italiani”, probabilmente si tratta di un problema si ritardo in accesso ai test, ha detto Rezza. Dai dati al momento disponibili, non di facile interpretazione, ha proseguito, si possono trarre solo ipotesi da interpretare con cautela“. In generale i casi risultano notificati prima negli italiani rispetto che agli stranieri, ha proseguito Rezza. Fra questi ultimi risultano colpiti coloro che hanno un’età più avanzata rispetto agli stranieri. Di conseguenza potrebbe esserci un ritardo nell’essere sottoposti al test per gli stranieri, mentre risulterebbe maggiore il rischio relativo di ospedalizzazione e di ricovero in terapia intensiva. Diversi studi mostrano che bambini possono infettarsi e la carica virale sembra essere la stessa, dunque possono essere ugualmente contagiosi. Al momento però non ci sono evidenze di quanto possano infettare”.

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