Area Urbana
Morì dopo una caduta dal letto. Nessuna responsabilità per i sanitari INRCA di Cosenza
Emersa l’assoluta linearità delle condotte dei due sanitari accusati di omicidio colposo per la morte di una paziente
COSENZA – Il GIP del Tribunale di Cosenza, dott.ssa Manuela Gallo, ha definitivamente archiviato la posizione di due sanitari in servizio presso l’INRCA DI Cosenza, accusati di omicidio colposo ai danni di una paziente, ricoverata presso la struttura per delle gravi patologie, e deceduta per un arresto cardiorespiratorio intervenuto a seguito di una caduta accidentale dal letto. Ed infatti i sanitari incolpati, entrambi difesi dall’Avvocato Massimiliano Coppa, esperto in colpa medica, hanno scrupolosamente dimostrato al Tribunale di Cosenza la loro totale estraneità all’evento lesivo che ha condotto a morte la paziente ricoverata.
Mediante una dettagliata e particolareggiata documentazione, oltre che a seguito di una diversa ricostruzione dei fatti, è emersa l’assoluta linearità’ delle condotte dei due sanitari con una completa esaltazione – ad opera del giudice e sulle produzioni documentali e fotografiche dell’ Avvocato Coppa – dei livelli di qualità assistenziale espressi dall’intera struttura ospedaliera INRCA che addirittura hanno superato di gran lunga gli standard previsti dai protocolli specialistici di settore.
Sottoposta a tutte le manovre di emergenza
Nella sentenza di archiviazione, infatti, il Gip ha evidenziato che “legittimamente il pubblico ministero ha ritenuto di don non dover disporre l’autopsia sulla donna, non essendovi dubbi di sorta in ordine alla causa del decesso da tonde. Infatti risulta che la donna è stata sottoposta nell’immediatezza a tutte le manovre di emergenza e rianimatorie richieste dal caso e che nel box dove la stessa era ricoverata, della presente un carrello dotato di presidi necessari per una corretta rianimazione cardio-polmonare. La condotta tenuta dal medico di turno, nel tentare di rianimare la paziente, non è suscettibile di alcun addebito in ordine di negligenza, imprudenza e/o imperizia, tant’è che la persona offesa opponente, non ha mosso cui specifico rilievo sul tema (n’è ha prodotto alcuna consulenza tecnica).
Nessuna omessa vigilanza
Sul tema invece del omessa vigilanza sollevato – evidenza ancora il GIP – si osserva che l’istruttoria svolta consente di escludere anche in questo profilo qualsiasi debito nei confronti degli indagati”. Per il Gip, infatti, “è plausibile che la paziente (che si trovava in un letto dotato di sponde) sia caduta mentre si trovava da sola nella stanza insieme al familiare che le prestava assistenza. D’altronde, non era esigibile da parte del personale sanitario e parasanitario alcuna vigilanza ulteriore e più stringente, atteso che la paziente era ricoverata in una stanza munita di tutti i presidi di sicurezza e che godeva dell’assistenza costante di un parente ammesso trascorre le notti con lei e che gli infermieri sarebbero intervenuti immediatamente qualora ci fosse stata una chiamata con il campanello di emergenza, cosa che in effetti era accaduto.



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