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Cosenza, da lunedì sarà ripristinato il servizio di interruzione volontaria di gravidanza

Area Urbana

Cosenza, da lunedì sarà ripristinato il servizio di interruzione volontaria di gravidanza

A darne notizia le “FEM.IN. Cosentine in lotta” dopo la protesta di questa mattina e l’incontro con la direzione ospedaliera dell’Annunziata

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COSENZA – “Da lunedì il servizio di interruzione volontaria di gravidanza verrà ripristinato all’Annunziata di Cosenza, con un solo medico a garantire le prestazioni, contrattualizzato come consulente esterno per la durata di soli 6 mesi”. A darne notizia le attiviste del movimento “FEM.IN. Cosentine in lotta” che questa mattina hanno dato vita da una protesta incatenandosi ai cancelli dell’Annunziata per chiedere il rispristino del servizio dopo che l’unico medico non obiettore si era dimesso.

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Dopo ore sotto al sole- hanno spiegato le attiviste – siamo state ricevute dal direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera. Non è abbastanza, ma per il momento sappiamo che chi si rivolgerà all’ospedale per abortire, non troverà porte chiuse in faccia. Continueremo a fare pressioni affinché il servizio non sia più precario e affidato ad un solo medico, perché i diritti vanno garantiti, sempre. Invitiamo tutte le donne che ci hanno contattato in questi giorni a rivolgersi all’unica assistente sociale rimasta in ospedale per effettuare la prenotazione dell’aborto farmacologico o chirurgico e, in caso di problemi, a chiamarci per ricevere supporto di qualsiasi genere. Non c’è nessuna rassicurazione invece rispetto alla scelta di obiezione di coscienza dei medici vincitori di concorso, che dovrebbero prendere servizio appena verrà rivalutato il ricorso relativo al concorso. Infine, ci preme sottolineare come la comunicazione dell’azienda ospedaliera alle cittadine resti ad oggi ancora deficitaria e poco trasparente. La lotta paga e la perseveranza ancora di più: Vogliamo – concludono le attiviste – l’introduzione della pillola abortiva nei consultori, per rendere più semplice l’accesso alle donne e una mappatura dell’obiezione di coscienza tra i ginecologi e le ginecologhe calabresi”.

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