Al ballottaggio il politico di origini calabresi candidato alla presidenza in Argentina

Lo chiamano il Berlusconi argentino ed è figlio di una delle più potenti famiglie del Paese.

BUENOS AIRES – E’ finito quasi con un testa a testa il primo turno delle presidenziali in Argentina, col candidato ‘governativo’ Daniel Scioli che a sorpresa si è fermato al 36,86%, staccando di soli 2,5 punti l’ex sindaco di Buenos Aires originario di Siderno e paladino degli imprenditori Mauricio Macri, aggiudicatosi il 34,33%. I due andranno quindi al ballottaggio, il primo della storia del Paese, il 22 Novembre. Un risultato che appare come una sconfitta per la presidente uscente, Cristina Fernandez Kirchner, che sul leader di Frente para la Victoria aveva puntato le sue carte. Terzo classificato il peronista dissidente Sergio Massa con il 21,34%, i cui voti ora diventano fondamentali per la sfida del mese prossimo. Un “cambiamento trascendente, assoluto della politica argentina”: cosi’ Mauricio Macri della coalizione Cambiemos, in vantaggio a sorpresa dopo il primo turno delle presidenziali argentine, ha commentato l’esito del voto di domenica che ha segnato un altro risultato sorprendente. A Buenos Aires la giovane ‘macrista’ Maria Eugenia Vidal ha battuto il fedelissimo della Kirchner, Anibal Fernandez, e sarà quindi lei delfina di Mauricio Macri a governare la provincia più importante del Paese. Per l’elezione al governo nazionale serve il 45% dei voti. Il voto segnera’ comunque una nuova pagina dopo 12 anni di “kirchnerismo”, prima con Nestor Kirchner e dal 2007 con la moglie Cristina Fernandez. Quella dei Kirchner è stata una rivoluzione populista in cui disoccupazione e povertà sono diminuite, è stato introdotto l’assegno familiare per i figli, la copertura pensionistica è diventata quasi universale, sono riprese le trattative salariali, i militari colpevoli di violazioni dei diritti umani durante la dittatura sono stati processati e sono state approvate leggi come il matrimonio gay.