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La sfida di Andrea: vincere la leucemia
COSENZA – Quando la solidarietà va in gol. E’ con questo spirito di vocazione sociale, a favore di chi ha bisogno che Raffaele Michele,
presidente dell’associazione forze di polizia e rappresentante dell’associazione vittime della strada di Scalea, ha, insieme con altre realtà territoriali, attivamente impegnate nella solidarietà, organizzato un quadrangolare di beneficienza. La manifestazione, pensata, ideata e ampiamente riuscita, testimoniata dalla grande e fattiva partecipazione di pubblico, è stata promossa a favore di Andrea Pugliese, un 14enne affetto da leucemia. A seguirla, raccontarla, corredarla di foto e di interviste, la collega Katia Grosso, nuova e fondamentale risorsa in casa “quicosenza”. Il quadrangolare, ormai inserito da anni nel calendario degli appuntamenti a favore della solidarietà, e battezzato “Torneo di Pasqua”, ha visto sul manto erboso della cittadina tirrenica, sfidarsi quattro formazioni: due dell’Associazione nazionale forze di Polizia, (rinforzate negli organici da Adele Sgrò, Veruska Limongi, Antonella Albanese Donatella Laino, componenti dell’Ssd Tortora, squadra militante nel campionato regionale di calcio a 5 femminile, ndr) la squadra rappresentante il centro storico di Scalea e l’Inter club di Scalea. In campo e sugli spalti si fa festa, il risultato non conta, quello che conta è aiutare Andrea e la sua famiglia a sconfiggere l’avversario più brutto, “dribblando” il male. A bordo campo, “stretta” nell’abbraccio della gente, c’è Annamaria Orefice. La collega Katia, con la garbatezza di stile che le è propria, l’avvicina. Lei è la mamma di Andrea, l’opite d’onore. Annamaria, capelli castano chiari, viso gentile, occhi profondi e grandi, contenuti a fatica in un paio di occhiali, guarda la partita ed è costantemente al telefono con suo figlio, a cui racconta, la gara, la festa sugli spalti, gli applausi della gente, la solidarietà che gioca e vince. Annamaria è per Andrea la miglior medicina. I suoi abbracci, le sue carezze, i suoi baci, sono più efficaci di qualsiasi terapia farmacologica. Guardando Annmaria si capisce di avere a che fare una donna forte, dalla tempra solida. Una donna che s’è caricata sulle spalle la malattia di Andrea e che fa i conti anche con i problemi di salute dell’altra figlia, una bambina di 10 anni, in cura presso il Bambin Gesù a Roma.
IL RACCONTO – “Andrea – dice – è un ragazzo speciale. Mio figlio è nato il 25 agosto del ’98, è un bimbo come altri, con la sua ironia, la sua spensieratezza, la sua gioia di vivere. Purtroppo lo scorso febbraio – racconta la mamma, con la voce che inizia a tremare – qualche ingranaggio nel meccanismo della normalità di mio figlio s’è spezzato. Tutto ha inizio con una febbre alta, accompagnata da tosse e da un perenne pallore. Nonchè da una continua ed inspiegabile debolerzza. Si pensava fosse una classica forma influenzale, forse un pò più forte rispetto alle altre. Ma, purtroppo, nonostante le terapie mediche, nè la temperatura scendeva, nè la tosse diminuiva. Il pallore di Andrea era sempre più evidente”.
IL PRIMO CAMPANELLO D’ALLARME – “Che qualcosa non andava in Andrea l’hanno detto anche le analisi. La pediatra Angela Barbiero, che ha in cura mio figlio, leggendo i risultati delle analisi, s’è accorta che i valori erano sballati. Ragion per cui – continua Annamaria Orefice – c’ha suggerito di rivolgerci al dottor Domenico Sperlì, primario in servizio presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale dell’Annunziata. Siamo andati a Cosenza e …”
IL VERDETTO – “Il dottor Sperlì, prima di pronunciare una diagnosi, ha sottoposto Andrea a tutta una serie di accertamenti. Prima di avere i risultati, ci aveva manifestato i suoi sospetti: prospettandoci due possibili diagnosi: quella di una leucemia o un indebolimento del midollo. Gli esami fatti (Andrea è stato sottoposto anche al puntato midollare, ndr), hanno finito per accertare che Andrea fosse affetto da una leucemia. Mio figlio – contrinua Annamaria, facendo sorgere un sorriso sul suo viso che è un invito alla positivà e anche alla vita – ha iniziato un ciclo di chemioterapia che tra alti e bassi dovrà proseguire per due anni e mezzo. Andrea si sottopone a cicli di chemioterapia di mattina e di sera. Quelli del mattino iniziano alle 10 per concludersi alle 14, quella di sera partno alle 22 per finire alle 2 di notte. I viaggi da Scalea a Cosenza sono aumentati, ma è aumentata anche la consapevolezza di essere in buone mani e la voglia di lottare. Quella stessa che io regalo ad Andrea e lui dona a me”.
LE TELEFONATE – Il tam tam telefonico tra mamma e figlio, è costante. E’ la conferma di un legame forte, quello che resiste a tutto. Andrea chiama sua madre e s’informa della partita. Lui è contento anche perchè la sua amata Juve ha vinto e questo scudetto è sempre più vicino. Annamaria dice a suo figlio che tutti chiedono di lui, gli mandano i sorrisi, gli mandano gli abbracci, gli dicono che fanno il tifo per lui.
ANDREA – Lui è assente. La chemioterapia gli impedisce di essere presente. L’eposizione agli agenti esterni e ai microbi dannosi per la sua salute, è altissima. Ma Andrea è un lottatore e come ogni vero lottatore non vuole permettere al male di spegnere i suoi sorrisi, nè di fiaccare il suo entusiasmo. Andrea – racconta ancora la mamma, con gli occhi lucidi dall’emozione – ama la vita, ama la gente, ama gli abbracci. Li ama talmente tanto, che spesso, si mette dietro i vetri della finestra e saluta tutti. Alcuni ricambiano il saluto, altri rispondono con un sorriso, con un pollice in sù, altri ancora, invece, malati di “ignora e di indifferenza” fanno finta di niente. Non accorgendosi che basterebbe un cenno per far felice Andrea e forse si regalerebbero anche loro stessi un pizzico di felicità.
LA PREMIAZIONE – Il quadrangolare finisce. Non ci sono vincitori, nè vinti. Lo score finale dice che hanno vinto tutti. Ha vinto la solidarietà, ha vinto l’altruismo, ha trionfato la bontà, ha vinto Andrea. Ha vinto il cuore della gente che, ha partecipato alla manifestazione lasciando il proprio contributo. Raffaele Michele, organizzatore della manifestazione, non sta nella pelle, sa bene di aver fatto qualcosa di importante. Lui, da sempre con la vocazione per l’aiuto agli altri, è giù pronto ad organizzare un altro evento per Andrea. La macchina organizzativa s’è già messa in moto. Intanto la festa continua con le premiazioni. Ad Annmaria Orefice viene regalata una targa, così come viene offerto anche un uovo di Pasqua per Andrea. Un uovo, rigorosamente avvolto in “bianconero”. Come la sua Juve. Come Andrea che indossa la sua maglia da campione e “sfida” ogni giorno il male. Forza Andrea, forza Annamaria.



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