Provincia
Altomonte, cittadini e amministrazione “no all’impianto di rifiuti speciali a Serragiumenta”
Cittadini e Amministrazioni comunali di Altomonte e del circondario, dicono no alle 215.000 tonnellate annue di rifiuti speciali in contrada Serragiumenta. In questi giorni anche una petizione popolare da inviare alla Regione affinché non conceda i permessi necessari a realizzare nell’area industriale l’impianto per il trattamento dei rifiuti speciali
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ALTOMONTE – In questi giorni è partita anche una petizione popolare organizzata da tutta l’Amministrazione comunale (maggioranza e opposizione insieme a tutte le forze politiche di Altomonte) da inviare alla Regione affinché non conceda i permessi necessari per la costruzione nell’area industriale di Serragiumenta, vicino alla centrale Edison, di un impianto per il trattamento di 215.000 tonnellate annue di rifiuti speciali: dagli scarti di edilizia alle vernice diluenti, dai vari materiali ferrosi agli imballaggi in plastica fino ai residui di lavorazione di metallo bitume ecc… La ditta che ha fatto la richiesta di costruzione, la Bicamis, è proprietaria nell’area industriale di un lotto di terreno che si estende per circa 100.000 mq. Cittadini e amministrazione Comunale, con il sostengo dei comuni di Firmo, Acquaformosa e San Donato di Ninea, associazioni del territorio e diverse realtà produttive si dicono estremamente preoccupati perchè l‘impianto è incompatibile con un territorio a forte vocazione agricola, dove si lavorano frutta e verdura e inserito, con una legge regionale tra i siti riconosciuti di particolare valore agricolo. Sulla vicenda è intervenuto anche il Sindaco di Altomonte Gianpietro Coppola che nel ribadire il suo no alla costruzione dell’impianto, ha spiegato tutta la situazione in lungo comunicato stampa ed attende le valutazioni dell’Assessorato regionale all’Ambiente.
Il primo cittadino è intervenuto ai microfoni di Rlb per spiegare le perplessità del territorio
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“Compatibilità territoriale, un termine spesso sconosciuto a coloro che governano e in particolar modo a chi governa la Calabria, intesa sia come Regione che come organi provinciali – scrive il Sindaco Coppola -. Compatibilità territoriale tra le giuste aspettative e pretese di un imprenditore e la genesi naturale di un territorio connotato da precise vocazioni di crescita e sviluppo. Da una parte la Bicamis, società con sede a Corigliano-Rossano, dall’altra l’Amministrazione del Comune di Altomonte ed i suoi cittadini, le aziende agricole più importanti nonché i Comuni limitrofi di Firmo, Acquaformosa e San Donato di Ninea che – in virtù di un Piano Strutturale Associato intercomunale in via di approvazione dalla Regione Calabria – sono interessati e compartecipi della gestione e dello sviluppo dell’Area PIP sita in Contrada Serragiumenta di Altomonte”.
“Nel 2016 la BICAMIS fa richiesta al Comune di Altomonte di assegnazione di lotti nell’Area PIP, ma riceve una richiesta di chiarimenti a cui risponde con una semplice relazione e senza inviare alcun progetto. Il tutto finisce li. In seguito, nel 2018 la società acquista all’asta i terreni di un privato che rientrano nei lotti dell’area PIP. Contestualmente – e mentre il Comune di Altomonte è soggetto a Commissariamento prefettizio dopo la caduta della giunta Lateano – la BICAMIS presenta un progetto per la realizzazione di un impianto per il “Recupero di rifiuti speciali non pericolosi”, ossia quella tipologia di rifiuti contrassegnati dai codici CER R5 e R13. Per spiegare meglio, questo tipo di codici fanno riferimento a pietrisco per massicciate ferroviarie, materiale di scarto proveniente da cava, rifiuti della pirolisi, ecc. Nelle pieghe delle richieste autorizzative però, in maniera più o meno evidente, vi è la richiesta anche per i codici CERN che prevedono altri tipi di lavorazioni tra cui anche i Rifiuti dei processi chimici organici e inorganici, Rifiuti della raffinazione del Petrolio, Rifiuti prodotti da impianti per il trattamento dei rifiuti,Carta, cartone, Imballaggi anche in plastica, Metalli vari (piombo, zinco, ferro, ottone ecc.) e residui delle loro lavorazioni ecc. e via di questo passo. Quindi in una proiezione futura ogni tipologia di rifiuto che rientri in quella determinata tabella. La richiesta iniziale era per un impianto della capacità lavorativa di circa 400.000 tonnellate annue ridotte poi a circa 215.000 tonnellate, una quantità enorme pari ad un conferimento giornaliero di 700 tonnellate al giorno per 315 giorni lavorati annui”.
“In buona sostanza – continua il Primo Cittadino – un impianto incompatibile con un territorio a forte vocazione agricola e inserito, dalla Regione Calabria, con Legge Regionale del 13 ottobre 2004 n° 21 “Istituzione dei distretti rurali ed agroalimentari di qualità. Istituzione del distretto agroalimentare di qualità di Sibari “ tra i siti riconosciuti di particolare valore agricolo. Un impianto incompatibile anche dal punto di vista del corretto utilizzo del suolo a destinazione industriale – che avendo il Comune di Altomonte adottato con delibera di Consiglio comunale l’opzione “consumo suolo zero” non è implementabile nel tempo – dato che il lotto occupato dall’impianto che si vuole realizzare si estende per circa 100.000 mq, in un’area PIP che conta in tutto solo 600.000 mq a destinazione industriale. E dall’occupazione di tanto territorio, si originano solo quattro posti di lavoro, 4 figure lavorative che, magari, possono provenire anche da altri simili impianti di cui la società o altre ad essa collegata hanno già”.
“Accanto ai cittadini di Altomonte si sono schierati anche i Comuni di Firmo, Acquaformosa e San Donato di Ninea, nonché realtà produttive che hanno investito denari nelle valorizzazioni agricole come le Aziende agricole riunite di Serragiumenta; anche la voce della Chiesa si è alzata in favore dei cittadini e a difesa del territorio attraverso il Presidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero della Diocesi di Cassano, e ancora il Presidente Provinciale della Feder.Agri/MCL Leonardo De Marco che ribadisce come “…questo NO è a salvaguardia di quel poco di economia legata all’agricoltura che ancora è presente in questa area”. A queste voci si aggiungono quelle del Vicepresidente nazionale di ISDE, Medici per l’Ambiente, dott. Ferdinando Laghi, quello dell’Avv. Francesco Capano segretario locale di Sinistra Italiana, quella dell’Amministrazione comunale di San Donato di Ninea, del “Forum intercomunale per il territorio”, del Comitato “No discarica di San Basile e Saracena”, del forum di Cammarata per la tutela del territorio, e tante altre”.
“Dal punto di vista politico, l’Amministrazione comunale di Altomonte, l’11 ottobre scorso all’unanimità ha deliberato un parere contrario alla realizzazione dell’impianto della ditta BICAMIS in quanto in netto contrasto con la vocazione agroalimentare del territorio comunale e con la programmazione politica territoriale e socio/economica dell’attuale Amministrazione Comunale, e che pertanto lo stesso possa essere valutato come penalizzante per l’assetto socio-economico della realtà locale e per lo sviluppo economico delle attività del comparto agroalimentare. Al contempo si è deciso di formulare un nuovo indirizzo al fine di procedere alla modifica degli strumenti di regolamentazione dell’Area P.I.P. coerentemente con le linee programmatiche di sviluppo del territorio rivolte alle politiche attive di sostegno alle attività produttive nel settore agroalimentare e di predisporre tutti gli atti consequenziali per dare compiuta attuazione alla programmazione. Nei giorni successivi, delibere dello stesso tenore e con espressione di vivissima contrarietà alla realizzazione dell’impianto sono giunte dai comuni limitrofi di Firmo, Acquaformosa e San Donato di Ninea, a cui se ne aggiungeranno altre nei prossimi giorni, insieme anche alle organizzazioni agricole di categoria, che sono già sul piede di guerra. Continua inoltre a pieno ritmo la petizione popolare contro l’impianto, proposta da tutto il Consiglio Comunale di Altomonte (Maggioranza ed Opposizione insieme) d’intesa e con la collaborazione di tutte le forze politiche di ogni appartenenza e le associazioni del territorio.
“La nostra viva preoccupazione – conclude il Sindaco di Altomonte Gianpietro Coppola – va verso le possibili valutazioni dell’Assessorato regionale all’Ambiente, che ha indetto conferenza di servizi sull’argomento. Speriamo vivamente che la conferenza possa liberamente sfruttare tutto il tempo a disposizione per approfondire bene tanti aspetti ancora controversi di questo progetto. Il termine di scadenza è fine novembre, ed una chiusura anticipata di questa fase di valutazione apparirebbe chiaramente una forzatura agli attori del territorio, già in stato di agitazione sull’argomento e pronti ad azioni dimostrative eclatanti se le Istituzioni non dovessero svolgere fino in fondo e con i giusti tempi il loro ruolo ed i loro compiti”.





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