Calabria
Vacanze e favori alla Regione, l’ex presidente dell’Anticorruzione Rizzo sceglie l’abbreviato
Maria Gabriella Rizzo ha scelto di essere giudicata con il rito abbreviato. L’ex numero uno dell’anticorruzione è coinvolta nell’inchiesta denominata “È Dovere”
CATANZARO – Favori alla Regione in cambio di vacanze e soggiorni gratuiti. Gira attorno a questo l’inchiesta “E’ Dovere” che ha coinvolto ad ottobre del 2018 la presidente dell’Anticorruzione calabrese, arrestata per corruzione, nell’ambito di un’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economica-finanziaria e coordinata dai sostituti procuratori Graziella Viscomi.
Oltre alla Rizzo, l’inchiesta ha coinvolto l’imprenditrice turistica di Spilinga Laura Miceli, il componente della commissione incaricata alla vigilanza dei “Piani di investimento produttivi”, Antonio Tolomeo e la cosentina residente a Tropea Deborah Valente. Per i tre il gup di Catanzaro si è espresso con tre rinvii a giudizio. Tutti gli imputati, a vario titolo, dovranno rispondere di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. La Regione Calabria ha chiesto di costituirsi parte civile ma solo per tre dei quattro imputati e dunque l’istanza non è stata avanzata solo per Maria Gabriella Rizzo, difesa dall’avvocato Danilo Iannello, che sarà giudicata con l’abbreviato il prossimo 8 aprile. Per gli altri tre imputati, Valente, Tolomeo e Miceli, il processo inizierà dinanzi al Tribunale collegiale di Catanzaro il 25 marzo 2020.



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