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VIDEO – Cetraro, blitz “Tonno rosso”: 4 persone in manette per l’abbordaggio alle tonnare
L’operazione della Guardia di Finanza è scattata stamattina, nell’ambito di un’indagine coordinata dal Procuratore della Repubblica di Paola. Piccole imbarcazioni da diporto avrebbero minacciato le tonnare a largo di Belvedere, San Luci e Cetraro per ottenere il pescato, il tonno rosso
CETRARO (CS) – Quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite stamattina nei confronti di altrettante persone indagate per i reati di estorsione aggravata, per aver commesso il fatto in più persone, tra l’altro utilizzando una pistola. Coinvolto un soggetto sottoposto a misure di prevenzione con provvedimento definitivo. Si tratta di C. P., D. I., F. P. e R. M. Per i quattro, il gip del tribunale di Paola, su richiesta della procura guidata da Pierpaolo Bruni, ha disposto gli arresti cautelari in carcere con l’accusa di estorsione. Tre in particolare gli episodi contestati e avvenuti tutti nel mese di maggio 2018. In uno di questo c’è anche l’aggravante dell’utilizzo di una pistola.
Le indagini, svolte dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera, hanno consentito di raccogliere un grave quadro indiziario nei confronti degli indagati, in relazione alle attività di disturbo perpetrate nei confronti di alcune tonnare nelle giornate del 27, 28 e 29 maggio 2018 a largo di Cetraro, Belvedere e San Lucido a ridosso delle coste dell’alto tirreno cosentino, durante le autorizzate attività di pesca al “tonno rosso”. Quando arrivavano vicini alle barche, i quattro, avrebbero assunto atteggiamenti intimidatori nei confronti di tutto il personale a bordo. E così il tonno, anche contro la volontà degli equipaggi, veniva sottratto.
L’attività di disturbo e intimidazione, posta in essere a bordo di piccole imbarcazioni da diporto, era finalizzata ad ottenere illecitamente – mediante minacce, anche con arma da fuoco (pistola) – una parte del pescato. Le operazioni di servizio sono scattate a seguito delle numerose chiamate di soccorso degli equipaggi dei vari pescherecci, e sono state condotte in stretta sinergia dai militari della Stazione Navale – Guardia di Finanza di Vibo Valentia; della Sezione Aerea – Guardia di Finanza di Lamezia Terme; della Compagnia Paola e Tenenza di Cetraro, nonché personale della Guardia Costiera di Cetraro.«Qui siete a casa nostra», così intimavano i 4 agli ignari pescatori che navigavano nel Tirreno.
Gli elementi acquisiti a seguito degli interventi sono stati sviluppati pianificando una serie di attività di polizia giudiziaria, finalizzate alla ricostruzione delle vicende e all’individuazione degli autori delle estorsioni. All’esito delle indagini , gli autori delle fattispecie delittuose – di cui due soggetti, già gravati da provvedimenti della “sorveglianza speciale” in relazione a precedenti condanne definitive per gravi delitti (associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, detenzione illegale di armi e rapina) – sono stati identificati e denunciati in ordine alla commissione dei reati p. e p. dagli artt. 56, 110, 629, commi 1 e 2, del C.P., ovvero l’estorsione di tonni dal peso complessivo di circa 1.000 kg.
Le dichiarazioni degli inquirenti
“Le indagini si sono avvalse di rilievi fotografici, identificazioni e controlli con strumenti aeronavali. Dalle indagini non è risultata nessuna contiguità con i gruppi di criminalità organizzata della zona”. Lo ha dichiarato in conferenza stampa il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni. Le persone arrestate sono quattro, tre gli episodi contestati, tutti avvenuti nel mese di maggio 2018 al largo di San Lucido, Belvedere e Cetraro. “In uno degli episodi – ha detto il colonnello Danilo Nastasi comandante provinciale della Guardia di Finanza – l’armatore e il comandante di uno dei motopescherecci hanno denunciato come fosse stata utilizzata una pistola a livello intimidatorio”. Gli atteggiamenti intimidatori riguardavano anche i commissari Iccat che si trovavano a bordo per validare le operazioni di pesca. “Mentre eravamo impegnati a rimettere la rete a bordo – è scritto nei verbali di denuncia dei pescatori che hanno denunciato – siamo stati avvicinati da alcune imbarcazioni da diporto e senza la nostra autorizzazione sono saliti a bordo della nostra imbarcazione da pesca. Dopo un’animata discussione siamo stati minacciati in quanto volevano quei tonni che avevano visto in coperta”. Secondo quanto emerso dalle indagini, i ‘pirati’ prima di avvicinarsi ai pescherecci, buttavano in mare ami con delle esche e poi dei palloni, in modo che i branchi di tonni, spaventati, si allontanassero dalle reti dei pescherecci.




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