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Governo: Letta primo ministro, forse

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Governo: Letta primo ministro, forse

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ROMA – Habemus premier, ma non è ancora ufficiale.

Enrico Letta scioglierà prevedibilmente domani la riserva dell’incarico a formare il governo che gli è stato affidato dal presidente della Repubblica e il nuovo esecutivo dovrebbe giurare domani stesso. E’ quanto rende noto l’entourage del premier incaricato. Letta questa mattina ha incontrato Giorgio Napolitano al Quirinale e, a Palazzo Chigi, Mario Monti, premier uscente e leader di Scelta civica, con il quale ha parlato di “programma di governo e architettura del governo”. Nel pomeriggio di oggi il vice segretario del Pd proseguirà incontri e consultazioni e inizierà a stendere il discorso di insediamento, che limerà nella giornata di domenica. Lunedì, infine, è prevedibile il discorso di insediamento alle Camere. Quanto al leader del Pdl, Silvio Berlusconi, non è scontato un incontro con Letta anche se ci sono contatti in corso. Secondo Silvio Berlusconi da parte di Letta c’è stato finora un “atteggiamento molto positivo”. Quanto ai nodi ancora da sciogliere al Cavaliere non è parso che ci fossero “problemi veri: certamente non possiamo pretendere un accordo al 100%, però ho sentito i miei molto confortati e anche Brunetta era assolutamente convinto del buon esito dell’incontro”. Questo il commento di Renato Brunetta dopo l’incontro: “Due ore con un amico, Enrico lo conosco da vent’anni. Una persona competente, seria, equilibrata, che ha una capacità che i politici di solito non hanno che è quella di ascoltare”. Nel Pd, invece, Laura Puppato ha messo in chiaro che sulla fiducia al governo guidato da Letta “ci deve essere chiarezza nella distinzione dei ruoli: i ministri che hanno partecipato a un’altra fase di governo non devono far parte di questo governo”. Lo ha detto in un’intervento alla trasmissione di Luca Telese, “Teleselezione” su Radio Ies. “E’ anche vero – ha dichiarato – che molti ministri del governo Monti si sono distinti per la loro coerenza e la loro onestà e disponibilità al lavoro, quindi distinguerei in maniera precisa. Questa è l’indicazione che ha dato Napolitano andando ad individuare nei tre temi innovazione, sostanza e la non divisorietà, la possibilità che il Paese possa tornare a sperare”.

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