Provincia
Spezzano Piccolo, comitato cittadini «fusione Casali del Manco, c’è qualcosa che non va»
CASALI DEL MANCO (CS) – Un gruppo di “Liberi cittadini di Spezzano Piccolo” interviene dopo la decisione del Consiglio di Stato che ha scritto la parola ‘fine’ sul costituito Comune di Casali del Manco, nato nel 2017 a seguito del processo di fusione di cinque Comuni della Presila dopo un referendum: Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo, Trenta. A Spezzano Piccolo però, avevano vinto i “no”. Così un gruppo di “Liberi cittadini di Spezzano Piccolo” ritorna su quanto accaduto.
“Alla luce di come sono andati i fatti crediamo che una riflessione sulla fusione a Casali del Manco, generata da una legge regionale truffa, sia opportuna. Nella Gazzetta Ufficiale del Regno D’Italia, del 4 maggio 1928, venne pubblicato il Regio Decreto 872, del 9 aprile 1928, con il quale il Governo presieduto dal Capo del Governo, Primo Ministro, Segretario di Stato, Benito Mussolini, in virtù dei poteri conferiti al Governo dal Regio Decreto Legge 383 del 17 marzo 1927 riunisce Spezzano Grande e Spezzano Piccolo in unico comune denominato Spezzano della Sila”.
“A 96 anni di distanza nulla è cambiato. Anzi. Mentre quasi un secolo fa – scrivono i cittadini spezzanesi – l’iniziativa venne assunta direttamente dal Governo, senza buffonate di referendum popolari e di modifiche ad hoc di leggi; un secolo dopo, in quella che ( ci spiace usare il condizionale ) dovrebbe essere una Repubblica democratica, si indicono referendum, il popolo si esprime e, chi decide, fa esattamente il contrario della volontà popolare liberamente espressa. C’è qualcosa che non va!”.
“E così, mentre la giustizia analizza quando e a quante delibere e atti si è fatto ricorso nei tempi previsti, nessuno risponde ai quesiti basilari: i cittadini sono chiamati ad esprimersi, sulla proposta di modifica dei comuni, perché stabilito tassativamente dalla Carta Costituzionale, art. 133 comma 2. Questa consultazione ha valore? Non solo: i comuni nel momento in cui partecipano al referendum sono Enti Locali autonomi. Possono essere conteggiati i voti espressi sull’intero bacino elettorale? Possono i cittadini di un comune decidere sui cittadini di un comune diverso? Perché non si sono tenute in considerazione le motivazioni che hanno spinto il Consiglio Regionale a modificare la legge regionale 9, approvata il 1 marzo 2026, appena nove mesi dopo, con la legge regionale 43 del 27 dicembre 2016 che all’articolo 16 comma 1) sopprime le parole “complessivi dell’intero bacino elettorale”?.
Come si sarebbero dovuti conteggiare i voti? Come mai nessuno ci dice se è legittima una legge che per un referendum consultivo obbligatorio abroga il quorum del 50% più uno degli elettori aventi diritto e non fissa un quorum minimo? Siamo sicuri che nessuno continuerà a rispondere a queste domande come ad altre anche se, con questo precedente, al prossimo referendum per la città unica, Cosenza, Rende e Castrolibero siamo curiosi di vedere come si conteggeranno i voti. Possibile che nessun Consigliere Regionale si renda conto che con la legge in vigore si ripeterà un altro obbrobrio? E poi ci si meraviglia se gli elettori non vanno più a votare! Nel ringraziare i cittadini di Spezzano Piccolo, degli altri ex comuni e tutti i “pentiti della fusione” che a centinaia ci hanno manifestato la loro vicinanza, assicuriamo che la nostra lotta democratica continua”.



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