Area Urbana
Omicidi a Cosenza, Franco Pino torna alla sbarra con l’ex amico Patitucci
Entrambi sono accusati di aver decapitato con una falce Francesco Lenti e ucciso Marcello Gigliotti.
COSENZA – E’ iniziato oggi il processo che intende fare chiarezza su un cruento duplice omicidio consumatosi alla fine degli anni Ottanta. Presso la Corte d’Assise del Tribunale di Cosenza, a distanza di trenta anni dal delitto, si ritrovano alla sbarra due vecchi compagni d’arme: il collaboratore di giustizia Franco Pino (in videoconferenza da località protetta) e Francesco Patitucci (presente in aula). Entrambi insieme a Gianfranco Bruni e Gianfranco Ruà, che hanno invece scelto di essere giudicati con rito abbreviato, sono accusati di aver partecipato all’uccisione di Marcello Gigliotti e Francesco Lenti. I cadaveri dei due giovani esponenti del clan Pino – Sena, furono ritrovati tra le montagne di San Lucido nel 1986 in una Ritmo carbonizzata coperta dalla neve. Invitati ad una ‘finta’ cena con dei sodali dello stesso gruppo vennero torturati e freddati a colpi di pistola.
Il corpo di Gigliotti fu poi decapitato con una falce. Le ragioni alla base del duplice omicidio pare siano da ricercare nell’autonomia che i due rampolli della malavita bruzia stavano ritagliandosi nel panorama criminale cittadino. La Dda di Catanzaro dopo diversi lustri, ha riaperto il caso su cui dovrà esprimersi il collegio giudicante presieduto dal giudice Giovanni Garofalo con a latere Marco Bilotta. Lenti e Gigliotti erano noti alle cronache cosentine degli anni Ottanta per aver piazzato una bomba davanti al portone del commissariato di Polizia di Cosenza, all’epoca ubicato in via Guido Dorso. Ad attribuire la paternità del duplice omicidio ai quattro imputati, furono le dichiarazioni di Antonio De Rose (il primo collaboratore nella storia della ‘ndrangheta cosentina), Pagano, Umile Arturi e dello stesso Franco Pino. Il processo è stato aggiornato al prossimo 13 marzo.
In foto l’auto in cui furono ritrovati i cadaveri di Lenti e Gigliotti



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