Calabria
Omicidio migrante, l’interrogatorio di Pontoriero che si difende ma resta in carcere
Resta in carcere Antonio Pontoriero, il 43enne di San Calogero accusato dell’omicidio di Soumayla Sacko e del ferimento di due suoi connazionali, avvenuto il 2 giugno scorso nell’area dell’ex fornace nel paese vibonese.
VIBO VALENTIA – Nei confronti di Pontoriero, ssistito dall’avv. Franco Muzzopappa, รจ stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ieri si รจ tenuto davanti al gip l’interrogatorio e il 43enne avrebbe risposto alle domande contestando tutti gli addebiti mossi dall’accusa. Pontoriero ha confermato di essersi recato (vestito con pantaloni marrone e maglia nera ritrovati nella lavatrice della sua abitazione), con la Fiat Panda bianca sequestrata, nel pomeriggio al casolare diroccato sul terreno da loro condotto, per rintracciare uno degli due extracomunitari che li abitano e farsi aiutare in alcuni lavori agricoli, ma ha negato di essere l’autore degli spari.
Ancora, ha sostenuto di essersi trattenuto vicino al cancello del terreno, distante 30-40 metri dalla ex fabbrica, solo pochi minuti con uno dei due giovani quando รจ arrivato un altro migrante a lui sconosciuto che, in un italiano stentato, ha detto che un suo compagno, mentre smontavano le lamiere, “si era fatto male… era stato sparato” e chiedeva del “capo-terreno” senza chiedere aiuto a lui. Ha sostenuto anche che in tutto si era trattenuto circa 15 minuti al casolare per poi fare rientro a casa del padre, distante 5 minuti dal terreno, da dove la sorella lo ha accompagnato a casa sua distante tre chilometri.
Il furto del 5 maggio
Sul furto del mese precedente, Pontoriero ha detto che la segnalazione ai carabinieri era scattata in quanto i ragazzi avevano ostruito il passaggio delle auto con le lamiere e non intendevano rimuoverle. Ed ha aggiunto di non aver alcun interesse verso la fabbrica dismessa. Infine ha riferito di avere avuto sempre buoni rapporti con gli extracomunitari, tanto che alcuni di loro avevano trovato alloggio in un casolare di proprietร del padre, in un terreno attiguo a quello in cui si trova la fabbrica. Una versione contestata dal gip, secondo il quale la presenza del Pontoriero sul luogo e in orario altamente compatibile con il delitto รจ ricavabile dalle “dichiarazioni dei familiari, dalle riprese della telecamera ed รจ riconosciuta dallo stesso prevenuto, al pari dell’uso della Panda bianca vecchio modello.
La descrizione e il riconoscimento del teste oculare, Drame – scrive il giudice nell’ordinanza – devono ritenersi del tutto attendibili non essendovi elementi esaltanti pregresse ragioni di contrasto fra i due (che reciprocamente non si conoscono) tali da spingere Drame ad affermazioni calunniatorie”. Il tentativo dei familiari di negare l’uso della Panda, il rammarico per non aver prelevato il bossolo da terra, l’intenzione di coprire il familiare, per il gip sono poi “altamente indicativi della consapevolezza dei parenti della responsabilitร del congiunto e corroborano la conclusione per la quale in Antonio Pontoriero vada identificato nell’autore dell’omicidio”. I carabinieri hanno anche accertato come le lamiere ed i mattoni nel terreno sotto sequestro della “Ex-Fornace” sono identici a quelli utilizzati sia per costruire un rinforzo al tetto del casolare, sia con altre lamiere usate nei capannoni adiacenti il ristorante di proprietร della sorella di Pontoriero. Infine, riguardo al movente, il gip scrive: “Si รจ trattato di un’azione volta a contrastare le continue sottrazioni di materiale poichรฉ confliggente con gli interessi economici attestatisi di fatto sul materiale presente nell’ex Fornace, ancora commerciabile e comunque riutilizzabile dalla famiglia Pontoriero”.
Alla fornace quella sera, anche il padre di Pontoriero
Nei pressi della fornace di San Calogero, la sera dell’omicidio di Soumayla Sacko, c’era anche Fortunato Pontoriero – padre di Antonio, l’uomo sottoposto ieri a fermo con l’accusa di essere l’autore del delitto – proprietario di un terreno adiacente, il quale, alla richiesta di aiuto da parte dei due feriti, avrebbe riposto “che non ne voleva sapere nulla”. A riferirlo ai carabinieri della Compagnia di Tropea รจ stato Madhieri Dramรฉ, il maliano che era insieme a Soumayla e ad un altro connazionale, al momento degli spari. Sentito subito dopo il delitto, il migrante racconta ai carabinieri che nella zona si trovavano altri due loro connazionali che vivono in un casolare posto sul terreno di Fortunato Pontoriero. Adesso, quel racconto รจ confluito nel decreto di fermo emesso dalla Procura di Vibo Valentia nei confronti di Antonio Pontoriero.
“Mentre eravamo sul tetto intenti a prelevare dei pannelli – riferisce l’uomo – abbiamo udito un colpo di fucile che ci ha allarmati. Avendo percepito da dove arrivasse, mi sono girato e ho visto un uomo a distanza, in posizione sopraelevata che ci osservava puntandoci il fucile contro. Ho avvertito Sacko di ripararci ma lui รจ stato colpito alla testa. Quell’uomo si รจ poi spostato per avere una migliore visuale. Vidi che l’altro mio connazionale Fofanร , venire attinto e subito dopo allontanarsi lo sparatore”.
Dal decreto di fermo emergono anche i tentativi dei familiari di Pontoriero, una volta convocati dai carabinieri dopo la notifica del sequestro della Fiat Panda del congiunto (difeso dall’avvocato Franco Muzzopappa) e intercettati, di concordare delle versioni facendo cenni di togliere il colpo dopo aver sparato (“quando sparano tolgono il colpo, toglilo questo colpo”), il cui riferimento, secondo l’accusa, sarebbe collegabile alla circostanza che sulla scena del crimine sia stato rinvenuto un bossolo finito nel cespuglio di fianco al punto di esplosione dei colpi. In un altro passo della conversazione captata emergerebbe la volontร della sorella dell’indagato di “coprire” il fratello non raccontando nulla: “Io non ‘canto’, gli dico che mio fratello รจ un lavoratore”.
Tra i familiari dell’uomo inizia anche a farsi largo la preoccupazione per la rilevanza mediatica che il fatto sta prendendo, valutando la possibilitร di orientare l’informazione mediante qualche “giornalista buono”: “Dobbiamo trovare il giornalista giusto .. per questo ci impegniamo .. adesso vediamo le cose come vanno, qua adesso ci sta troppo movimento”.



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