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“Siamo Luce oppure Ombra?”: un viaggio intimo nel cuore delle emozioni con il “mostro” che non ti aspetti
COSENZA – Di Gianfranco Forlino. In un’epoca che ci spinge a essere costantemente perfetti, competitivi e “instagrammabili”, emerge una voce che ci invita a rallentare e guardare più a fondo, ad accogliere l’ombra che abita in noi e che non deve farci paura.È questa la premessa affascinante e profondamente attuale di Siamo Luce oppure Ombra, Mostro? Storie di conflitti interiori, talenti nascosti e ricerca di identità, il nuovo libro della cosentina Roberta Guzzardi, edito da Rizzoli, presentato presso la Libreria Mondadori di Cosenza. Un incontro denso di spunti e riflessioni, reso ancora più significativo dagli interventi incisivi e appassionati di Antonietta Cozza e Rossana Castriota, che hanno saputo dialogare con l’autrice con sensibilità e profondità, offrendo nuove e interessanti chiavi di lettura. Particolarmente suggestivo l’intermezzo con le letture di Stefania Scola, che ha dato voce alle pagine del libro con intensità e delicatezza, riuscendo a restituire la complessità emotiva del testo.
Il Mostro, un amico interiore e uno specchio dell’anima
Il cuore dell’opera ruota attorno a un concetto tanto semplice quanto potente, imparare a riconoscere e accogliere le nostre fragilità; al centro di questo percorso c’è il “mostro”, una figura che, lungi dall’essere spaventosa, si rivela un’entità amichevole, quasi un angelo custode della nostra parte profonda. Il libro esplora come la nostra ombra, quella parte di noi che non ci piace o con cui facciamo i conti ogni giorno, possa diventare un amico col quale confrontarsi, un’entità che nelle vignette dell’autrice cambia forma e colore in base alle scelte e alle azioni che intraprendiamo.
Questo secondo volume, che fa seguito a “Io e (il) Mostro – Fabbri 2021”, si fa strada nel cuore del lettore con una scelta narrativa delicata e coraggiosa, instaurare un dialogo profondo e struggente tra una ragazza e il “mostro” che vive in lei.
L’ansia creativa dell’autrice nel dar vita al nuovo volume–ben spiegata durante la presentazione –quella tensione fragile e potente che nasce quando ci si espone davvero, diventa racconto fatto di inchiostro intriso di vita vissuta, di episodi che lasciano il segno e che l’autrice immortala tra le pagine: “Quel giorno imparai una lezione importante: i cambi di rotta, le cadute, i momenti in cui ci sentiamo soli, vulnerabili e sperduti, possono essere delle porte attraverso cui la Vita può entrare. Sono occasioni che aprono spazi per l’imprevisto, l’inatteso, oserei dire, la purificazione interiore”.
Il mostro è il volto delle nostre paure, dei pensieri che nascondiamo, delle parti di noi che facciamo fatica ad accettare e che non siamo chiamati a combatterle, ma ad ascoltarle, a fare introspezione con coraggio e accettazione, perché è proprio lì, nell’ombra, che spesso si nasconde la nostra luce più autentica.
Immagini che parlano all’inconscio e invitano alla lentezza
Roberta Guzzardi, che è anche psicologa e psicoterapeuta, da illustratrice illuminata utilizza le immagini non come semplici decorazioni del testo, ma come veri e propri “strumenti narrativi e terapeutici”, così li definisce Antonietta Cozza nel suo intervento; le vignette evocative parlano direttamente all’inconscio e permettono al lettore di “sostare fortemente sul non detto” e di “ascoltare i silenzi tra le righe“. In un’epoca dominata dalla frenesia, il libro ci invita a una lettura lenta, meditativa, offrendo uno spazio prezioso per il dialogo interiore.
La natura come riferimento essenziale
L’ambientazione in natura è un elemento ricorrente e significativo nel libro, come sottolinea Rossana Castriota, che richiama il nostro bisogno di riconnetterci con i ritmi naturali e una dimensione più umana e vivibile. Un esempio è la metafora delle stelle riportata nella striscia della “Lampada”, in cui il mostro ci suggerisce che nel momento in cui la nostra “luce” si spegne e ci ritroviamo immersi in un buio esistenziale, proprio allora possiamo iniziare a scorgere le “stelle”, piccole, luminose verità che si rivelano solo nell’oscurità, le stelle come “segnaletica superiore, universale”, sottolinea l’autrice.
È una metafora potente, che ci ricorda come spesso sia necessario mettere a tacere le certezze, le convinzioni e le idee preconfezionate per poter finalmente vedere ciò che ci circonda davvero.
Spesso “l’essenziale è invisibile agli occhi” scriveva qualcuno, e serve a volte accettare l’ombra per accorgerci della bellezza discreta e profonda che ci circonda; spesso la vera illuminazione nasce proprio quando tutto sembra rabbuiare, ed è lì che l’ombra ci insegna a vedere.
Diventare chi siamo, un viaggio tra equilibrio e trasformazione
Roberta Guzzardi sottolinea come non siamo solo luce o solo ombra, ma “siamo entrambe le cose” che si alternano continuamente, permettendoci di diventare sempre più chi siamo realmente: “Il Mostro è anche ispirazione, custode dei nostri talenti, guida per trovare la strada più adatta a noi, alla nostra espressione e alla nostra felicità”. La filosofia dell’autrice non è quella di diventare quello che vuoi, ma di “diventare sempre di più quello che siamo”, in una ricerca di approfondimento costante, un cammino che implica un continuo perdere l’equilibrio per mettere un piede davanti all’altro, per progredire.
“Siamo Luce oppure Ombra, Mostro?” è più di un libro, è uno specchio empatico che ci offre gli strumenti per dialogare con le nostre paure, accettare le fragilità, scoprire i nostri talenti più veri e prendere coscienza che spesso la lotta interiore può trasformarsi in un’alleanza profonda con noi stessi, un passo fondamentale verso una maggiore consapevolezza.







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