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Plico anonimo per il Tribunale di Cosenza, contiene un proiettile
COSENZA – Una cartuccia calbro 12 con un articolo di giornale in cui appare la foto del pm Giuseppe Cava.
Il proiettile di fucile indirizzato al sostituto procuratore è stato recapitato ieri presso l’ufficio postale del Palazzo di Giustizia bruzio. Il misterioso plico destinato a far fibrillare la magistratura cosentina è stato immediatamente bloccato. “State attenti, io non voglio la guerra” riportava un biglietto all’interno della busta gialla contenente la munizione e la foto del magistrato. L’episodio si inserisce nell’escalation di intimidazioni ai danni della magistratura cosentina accusata di essere troppo ‘invadente’ nei confronti della criminalità organizzata bruzia. Minacce verbali, lettere minatorie, telefonate cariche di odio pare che periodicamente i ‘togati’ del Tribunale di Cosenza ricevano con puntualità le attenzioni di fans poco inclini ad accettare pene e operazioni che ne minano la regolare attività delle ‘ndrine in città. Solo tre mesi fa, a maggio, fu lo stesso Cava a ricevere una telefonata anonima proveniente cabina telefonica ubicata nel centro cittadino, in cui pare fosse stata gravemente minacciato. Non è però l’unico pm ad essere ‘controllato’. Al Salvatore Di Maio “troppo duro e irriverente nei confronti degli imputati” così come definito nella missiva su carta recapitatagli nei mesi scorsi sarebbe stato intimato di essere più clemente in un processo ai danni di noti narcotrafficanti bruzi. Lo stesso avvertimento era stato inviato al pm Antonio Tridico al quale veniva ‘consigliato’ di evitare indagini troppo scrupolose su un omicidio avvenuto sul territorio. Il campo d’azione di Cava, invece, è da ricordare, è quello della truffe, delle bancarotte fraudolente, dell’usura. Insomma quello volto a stanare le cupole affaristiche cittadine in cui convogliano spesso ‘ndrangheta, imprenditoria e politica. Il procedimento più ‘complicato’ sul quale il pm sta attualmente lavorando riguarda l’operazione ‘Sparkling’. Un’inchiesta che portò a 51 indagati e 19 arresti tra professionisti, funzionari comunali e consulenti ministeriali cui attività criminosa portò ad una maxitruffa da 75 milioni di euro ai danni dell’unione europea e delle casse statali. Il plico è stato ora affidato al Ris. La scientifica dovrà estrapolare dalla piccola cartuccia le informazioni necessarie ad orientare le indagini. Si indaga sul movente dell’intimidazione.



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