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Sei ragazzini segretati nel campo rom di Gioia Tauro
GIOIA TAURO (RC) – I carabinieri erano intervenuti per un servizio di routine alla ricerca di armi e droga.
I militari si sono imbattuti però in una situazione di degrado ai limiti dell’assurdo, nel quartiere Ciambra, zona da sempre abitata dalla comunità Rom di Gioia Tauro. Hanno così scoperto sei giovanissimi, tra i quali quattro minorenni e un maggiorenne con problemi motori, rinchiusi all’interno di un appartamento fatiscente. I giovani, probabilmente, erano segregati lì da qualche giorno. I ragazzi sono stati subito liberati e trasportati in ospedale per essere visitati dai medici. L’operazione si è svolta questa mattina ed a cadenza regolare nel quartiere, vengono effettuati controlli. Le autorità hanno poi interrogato la nonna dei ragazzini che ha giustificato la situazione dicendo che secondo lei, i nipoti si sarebbero andati a rintanare lì dopo aver sentito proprio le sirene dei carabinieri avvicinarsi; le autorità però non hanno creduto alla sua versione e sono orientati ad un vero e proprio maltrattamento quale può essere considerata la segregazione: i ragazzi all’uscita, faticavano a deambulare e a parlare, oltre a non riuscire a tenere gli occhi completamente aperti, come se si fossero da tempo disabituati alla luce solare.
La Procura di Palmi ha disposto l’arresto della mamma dei bimbi, Giovanna Bevilacqua, di 45 anni; della nonna Fiorina Amato (60) e della zia, Angela Amato. La nonna dei ragazzi segregati nel campo rom di Gioia Tauro, Fiorina Amato, di 60 anni, agli inquirenti ha sostenuto che all’interno della stanza era custodito solamente il ragazzo adulto con problemi psichici e motori e che tutti gli altri si sono nascosti quando “hanno sentito le sirene delle macchine delle forze dell’ordine”. La donna è stata sentita dagli inquirenti ai quali ha fornito una serie di giustificazioni sull’accaduto. La sessantenne ha sostenuto anche che il ragazzo era stato sistemato nella stanza perché si temeva che “potesse fare male a qualcuno”. Poi Fiorina Amato, mentre veniva arrestata, si è detta dispiaciuta per quanto accaduto ed ha sostenuto che “mi occuperò dei miei nipoti, li farò andare a scuola e gli darò tutto quello che vogliono”. Quando gli investigatori sono entrati nella stanza hanno trovato una situazione definita “spaventosa” perché le condizioni igienico sanitarie erano “pessime”. I ragazzi, una volta liberati, hanno mostrato difficoltà a camminare come segno evidente di una “lunga reclusione della stanza dell’appartamento”.



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